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08/02/2024 06:00:00

Crisi viticoltura, Dino Taschetta: "Si rischia il collasso del comparto, necessario un Piano Marshall"

Dino Taschetta, presidente di Colomba Bianca - Biocantine di Sicilia,una delle maggiori cantine produttrici di vino biologico in Europa, con 2.480 soci viticoltori, una superficie di 6mila ettari, di cui ben 1.800 biologici e sei cantine dove produrre e imbottigliare il miglior frutto della vite, lancia il grido d'allarme del comparto vitivinicolo che "rischia il collasso" dice, a causa della siccità.

Taschetta quali risposte arrivano dalla politica nei confronti di questa crisi?

"Sono contento che l'assessore regionale all'Agricoltura Sammartino sia stato solerte nel dichiarare lo stato di calamità, ma alle parole devono seguire i fatti - dice Taschetta - e i fatti sono che ci ritroviamo con la Diga Trinità che potrebbe contenere 18milioni di ettolitri di acque e invece ora ne contiene 2/3 e non di più. Una Diga che potrebbe contenere l'acqua per tre anni di irrigazioni in base al bacino che è servito dalla rete idrica e, invece, quest'anno, quasi sicuramente la gran parte dei terreni non potranno essere irrigati perché manca l'acqua. E' da quando ero bambino che sento dire che questa diga ha dei problemi e non si può riempire tutta e continuiamo ancora così. Non credo che le cose si sistemino per virtù dello Spirito Santo, che può fare la sua parte se ci manda l'acqua, ma se ci manda l'acqua e teniamo le paratoie chiuse abbiamo poco da fare".

La Diga Trinità non è stata mai collaudata, come tante altre dighe in Sicilia e questo porta al paradosso che anche in tempi di siccità l'acqua va sversata per motivi di sicurezza. Una delle grandi contraddizioni che mortificano gli agricoltori e i viticoltori siciliani. Su 46 invasi presenti in Sicilia, appena 22 risultano in “esercizio normale” secondo la banca dati del ministero delle Infrastrutture. 

" «Servono interventi mirati – evidenzia Taschetta - per incentivare la creazione di piccoli Consorzi. Serve una squadra di ingegneri che studi il territorio e organizzi lavori rapidi, e servono contributi importanti. In Sicilia si continua a parlare di provvedimenti tampone - continua Taschetta - invece ci vuole un piano Piano Marshall per imbrigliare quella poca acqua che abbiamo a disposizione, altrimenti la viticoltura sarà destinata a sparire. Ci sarà un impoverimento generale, non si può pretendere che le aziende continuino a impiantare in perdita. Siamo a un punto di rottura, gli imprenditori sono spaventati. Se non si affronta il tema subito e con una visione di lungo termine, nel giro di pochi anni perderemo tantissimi produttori. Se la base non regge, crolla l’intera impalcatura. È immorale che chi genera il business del vino debba vivere con l’acqua alla gola".

"La siccità non dipende dall’uomo, ma l’uomo dovrebbe mettere in atto tutto ciò che è possibile per anticipare le problematiche -  afferma Dino Taschetta – l’annata è ormai compromessa, solo se Dio ci aiuta e ci manda le piogge, si può recuperare una situazione davvero critica: ma qui non si può andare avanti così. Non si può fare impresa così. Se non si interviene in tempi utili, si rischia il collasso della viticoltura in una grande fetta della provincia di Trapani. Sono sempre stato ottimista, ma adesso credo che il disastro sia ormai dietro l’angolo, con danni conseguenti enormi. In Cile i deserti li hanno fatti diventare giardini e noi rischiamo di far diventare i giardini dei veri e propri deserti. La gran parte delle dighe presenti in Sicilia sono state realizzate negli anni 50, possiedono le sponde in terra battuta, necessitano di manutenzione costante. Se non si interviene e non si concedono le autorizzazioni per proteggere le dighe - e l’acqua in esse contenute - si rischia di disperdere ogni sforzo profuso».

Qui l'intervista completa a Dino Taschetta.