C’è un canale che riceve acqua piovana in piena città: tra via Virgilio e via Libica.
C’è una pianificazione urbanistica che prevede l’interramento del canale e di parte delle ex saline Collegio e Modica.
L’ultimo angolo di natura indigena che ricorda a Trapani le sue origini di città del sale e che rischia di sparire sotto gettate di cemento.
Ma c’è anche una possibile superstrada a servizio del porto e dell’area industriale nell’ambito della ZES di Trapani e una lottizzazione per tre fabbricati sulla ex salina Modica con la costruzione di due locali commerciali e di un cinema, con annesse opere di urbanizzazione.
Nuove edificazioni previste a ridosso di un canale, forse un impluvio residuo del vecchio impianto delle saline.
Interventi che si cumulano a quelli sul versante della via Virgilio: alla Rsa che ha sottratto quasi 8mila metri quadrati di suolo destinato a verde, e al “Sottopasso” ad opera di Rfi.
A rischio c’è l’ambiente, trattandosi di un’area Iba, riconosciuta come “importante per gli uccelli e la biodiversità”, ma anche la sicurezza della città nel suo complesso.
Questi tre interventi sono previsti nel nuovo sviluppo urbanistico e hanno fatto insorgere gli abitanti del quartiere e gli ambientalisti.
A dar voce alle proteste a difesa di quel poco di natura rimasta in città, la deputata M5s Cristina Ciminnisi la quale ha inviato al sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, una lettera nella quale chiede la «revisione e l’aggiornamento del Piano per l’Assetto Idrogeologico» della città «e un suo coerente raccordo con gli strumenti di pianificazione urbanistica». Nella nota la deputata sottolinea che «è urgente tutelare un’area della città che ha visto, negli anni più recenti, un progressivo consumo del suolo, con conseguente riduzione delle zone permeabili».
"In questo momento – afferma la deputata – le sorti future della città, che dipendono dalle scelte di pianificazione che si fanno in questa fase, sono nelle mani del sindaco Tranchida e del suo assessore all’Urbanistica Pellegrino. Si prendano la responsabilità, davanti ai trapanesi di fare una scelta lungimirante, a partire dalla revisione del Pai che, alla luce delle recenti direttive regionali, è ritenuta doverosa a seguito del verificarsi di nuovi eventi di dissesto o da nuove previsioni provenienti da studi e attività di monitoraggio. È inutile commissionare degli studi tecnici sulla mitigazione del rischio idraulico, e poi sconfessarli, dimenticando che quell’area è stata individuata - continua Ciminnisi nella lettera sintetizzando lo studio commissionato dal Comune – come la sola naturalmente idonea ad accogliere e smaltire le acque piovane".
“Il silenzio del sindaco Tranchida è inaccettabile – commenta -. Se non si vorrà continuare a pagare nel futuro danni per le alluvioni, la Regione Siciliana per prima dovrebbe vigilare con più attenzione sulla pianificazione della città e il sindaco Tranchida, dal canto suo, attivarsi per la revisione del Piano Assetto Idrogeologico, visto che le aree in questione, interessate da diverse forme di urbanizzazione – prosegue la deputata 5 Stelle – sono un naturale bacino di assorbimento delle acque piovane e per questo andrebbero salvaguardate proprio a partire dal Pai”.
Per rafforzare il suo intervento, la parlamentare ha presentato una interrogazione nella quale la Regione è chiamata a chiarire quali forme di tutela ambientale e idrogeologica sono previste per le ex saline Modica e del Collegio e per l’area retroportuale trapanese, limitrofe alla Riserva delle saline, per le quali l'ente gestore della riserva, il Wwf, non è stato adeguatamente coinvolto nelle procedure di valutazione.
Anna Restivo