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01/03/2024 22:00:00

 Messa per il fratello di Totò Riina. Don Misuraca si difende

Don Nicola Misuraca, cappellano del cimitero di Mazara del Vallo, è finito al centro delle polemiche per aver celebrato una messa in memoria di Gaetano Riina, fratello del boss di Cosa Nostra Totò Riina.

La messa contestata - La celebrazione è avvenuta domenica 25 febbraio, nonostante il Questore di Trapani avesse disposto solo una benedizione della salma e la tumulazione privata per motivi di ordine pubblico. Don Misuraca ha però precisato che non si è trattato di un funerale, ma di una messa con rito funebre, che "non va contro l'ordine della Questura".

Le parole del sacerdote - "Nessun funerale è stato fatto", ha detto Don Misuraca a Fanpage.it. "La messa la faccio per tutti i defunti; non è stata fatta solo per Riina che personalmente neanche conoscevo."

La replica del Vescovo - Mons. Angelo Giurdanella, vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, ha preso le distanze dalla celebrazione, annunciando di valutare dei provvedimenti disciplinari per il presbitero. "L'associazione mafiosa è inconciliabile con il Vangelo e con la fede della Chiesa", ha affermato il Vescovo. "Tutti coloro che ne fanno parte si autoescludono, direttamente o indirettamente, dalla comunità ecclesiale."

Don Misuraca si difende - "Sulla lettera del vescovo non ho nulla da dire, la condivido", ha detto il sacerdote. "Ovviamente la chiesa è contro qualsiasi mafia, ma ancora una volta voglio ricordare che l'ultimo giudizio non è il nostro ma quello divino."

La polemica -La vicenda ha acceso un acceso dibattito sulla linea di confine tra la misericordia cristiana e il rispetto per le vittime di mafia. In molti hanno criticato la scelta di Don Misuraca di celebrare una messa per un uomo condannato per mafia, mentre altri hanno sottolineato il diritto di tutti ad un funerale cristiano.

La decisione del Vescovo - La decisione del Vescovo di valutare provvedimenti disciplinari contro Don Misuraca è un segnale forte della posizione della Chiesa contro la mafia. La vicenda ha aperto un importante dibattito su come la Chiesa debba rapportarsi con i mafiosi e con le loro famiglie.