E' stato il primo che ha identificato Vincenzo Virga, il capomafia messo dai corleonesi di Totò Riina alla guida di Trapani, dopo l'eliminazione della famiglia perdente dei Minore.
Grazie al suo acume investigativo, è stato anche uno dei primi a seguire le tracce di Matteo Messina Denaro, che lui vedeva già come capo di Cosa nostra quando per molti altri era ancora un emerito sconosciuto.
Elio Dell'Anna è stato alla guida dei Carabinieri, in provincia di Trapani, dal 1991 al 1998, comandante del Nucleo Operativo. Cinque anni in cui è successo di tutto, in Sicilia ed in Italia, cinque anni in cui Dell'Anna non si è mai tirato indietro, in un periodo molto complicato per la Sicilia occidentale, quello delle stragi, delle guerre di mafia, degli omicidi eccellenti, e dei tanti misteri risolti.
Trent'anni dopo, Dell'Anna, commenta con Tp24 la denuncia presentata da Andrea Bulgarella. Il noto imprenditore, ha inoltrato un esposto a due procure, Genova e Caltanissetta, per fare luce su alcuni fatti, cominciando dalle inchieste che, a suo dire, "lo hanno danneggiato e lo danneggiano tuttora dal punto di vista economico e dell’immagine personale proprio per le "ingiuste accuse" subite. Più in generale, Bulgarella ricostruisce vicende imprenditoriali e giudiziarie che vanno dagli anni ‘90 fino al 2015. Il costruttore si dice vittima di un sistema che lo avrebbe "crocifisso" pubblicamente: "Il disegno criminoso che denuncio è vero: il sistema a Trapani decise di distruggermi perché mi opponevo, denunciavo, difendevo Trapani e la Sicilia contro gli speculatori del nord conniventi coi mafiosi e con una certa politica e finanza".
"Conosco alcuni dei fatti che cita Bulgarella - racconta oggi Dell'Anna - e posso dire una cosa con assoluta certezza. Era ed è una persona onesta. Lo si vede ancora di più oggi nel coraggio che ha, dopo tanti anni, nel portare avanti una battaglia, che non è sua, ma di tutti i trapanesi e i siciliani".
"Mi ricordo di Andrea Bulgarella - aggiunge Dell'Anna -. Quando arrivai a Trapani era uno dei nomi più noti nel mondo dell'imprenditoria. Proprio per la sua fama, e il suo prestigio, era al centro di tante voci, ma in realtà ho capito con il tempo che era forse il solo, tra gli imprenditori, in quel periodo, ad avere il coraggio di esporsi e denunciare".
Le denunce di Bulgarella, però, non hanno avuto seguito. Una pacca sulle spalle, e via. E' anche per questo che, trenta anni dopo, tra libri e memoriali, l'imprenditore cerca di mettere una linea su quanto accaduto. "Fa bene a lamentarsi - spiega Dell'Anna - e colgo l'occasione anche per precisare alcune circostanze importanti. La prima è che rispetto alle denunce di Bulgarella, ai tempi, la polizia giudiziaria non aveva i mezzi e le risorse che ha ora per entrare nel merito delle vicende. Oggi disponiamo di mezzi molto più avanzati, ma ai tempi, fare indagini su gare d'appalto, collusioni e altro richiedeva un grandissimo sforzo e personale qualificato". E' anche vero che comunque delle indagini su vicende finaziarie, appalti, ed altro, si facevano: "Certo - continua Dell'Anna - ma c'è un secondo aspetto da considerare. Io conoscevo le tribolazioni, sincere, di Bulgarella, ma con i miei uomini non avevo pace, perchè quelli erano anni terribili. La provincia di Trapani era teatro di una sanguinosa guerra di mafia che, da Partanna ad Alcamo, non ci faceva respirare. Senza considerare tutte le altre indagini sui fatti di mafia pregressi. I nostri sforzi investigativi erano concentrati lì, perché avevamo, giustamente, pressioni fortissime da Palermo e Roma, ma ce lo chiedevano anche i siciliani onesti, e l'opinione pubblica". Sforzi investigativi premiati da numerose e brillanti operazioni che, nel periodo dopo le stragi del '92, rappresentarono la prima efficace risposta dello stato all'ala terrorista di Cosa nostra, come ha riconosciuto anni dopo l'ex procuratore antimafia di Palermo, Giancarlo Caselli. Basta qui citare il fatto che fu Dell'Anna ad indurre alla collaborazione il killer mafioso Antonio Patti (che ha confessato ben 38 omicidi) grazie a cui si fecero operazioni decisive contro la mafia a Marsala e nei dintorni.
Poi c'è un terzo aspetto, forse il più inquietante, che Dell'Anna ricorda: "Parto da un episodio particolare. Io sono stato il primo ad identificare il nuovo capomafia di Trapani, Vincenzo Virga. Era un insosopettabile. Imprenditore nel campo dei rifiuti, originario di Buseto Palizzolo, era a capo di un impero economico ed aveva preso il posto di Totò Minore. Sapevamo dove abitava. Ma quando andammo la mattina a a casa sua, non lo trovammo. Qualcuno aveva fatto una soffiata sulle indagini, e lui se ne era andato. Anni dopo ho scoperto che il boss era stato informato da un giornalista importante del territorio. Questo episodio lo ricordo per spiegare cos'era e cos'è la mafia, la sua rete di relazioni. Ed è normale oggi, pensare che quel sistema aveva i suoi uomini, magari, anche per mettere a tacere le denunce di Bulgarella o per orientare su di lui le indagini. Arrivavano dappertutto. Chi è giovane non può comprenderlo, ma il clima era pesantissimo. Ricordo, ad esempio, che Trapani veniva dal periodo velenoso dell'arresto del procuratore Costa, un altro dei soggetti che aveva messo nel mirino Bulgarella. Per non parlare di quello che accadeva a Marsala e nel Belice".
"Io ho mantenuto negli anni i rapporti con Andrea Bulgarella - racconta oggi Dell'Anna - e ho realizzato, parlando con lui, leggendo e ascoltando i suoi sfoghi, che aveva ragione. Mi dispiace che sulle sue denunce, purtroppo, nessuno è mai voluto andare nel merito, entrare in profondità, indagare meglio sul sistema criminale che controllava i grandi appalti a Trapani. "Anzi, dirò di più - conclude -. Perchè ho seguito anche le sue vicende giudiziarie, e le accuse infamanti e false che gli sono state mosse, e ritengo che quello che possiamo chiamare "caso Bulgarella" è molto simile al "caso Tortora".