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21/03/2024 06:00:00

Altro che riforme.  All'Ars è tutto fermo. I partiti pensano solo alle elezioni

 E’ tutto fermo, oltre l’immobilismo, l’Assemblea Regionale in questo momento non sta producendo molto.

I grandi dossier, forse anche le riforme, verranno affrontate ad elezioni europee concluse. In Sicilia alla prova del nove ci sono i grandi partiti, un confronto elettorale tra i big del consenso.


Al momento non si parla più nemmeno di elezioni provinciali, che quasi certamente ci saranno nell’autunno del 2024 ma adesso le priorità sono altre e soprattutto non è utile a nessuno smottare una maggioranza che è precaria e che già in Aula è andata sotto due volte.


Non c’è traccia del terzo mandato per i sindaci nei Comuni entro i 15 mila abitanti, il Ddl Enti Locali non contiene nemmeno la norma, che tuttavia potrebbe essere inserita con un emendamento. Il problema non è il tempo, è la volontà politica di dare seguito alla norma nazionale.
In Fratelli d’Italia ci sono delle spaccature, alcuni deputati sono pro altri contro. Stessa spaccatura nel Pd e nella Lega. In presenza, dunque, di voto segreto il governo potrebbe essere battuto, dunque meglio non rischiare.


E il terzo mandato per poter essere utilizzato dai sindaci uscenti, che hanno già completato i 10 anni di amministrazione, deve essere approvato non oltre la metà di aprile. La settimana prossima l’Aula si fermerà per la consueta pausa pasquale, altro stop, altri ritardi.
Non essendoci volontà, perché non c’è accordo in tutto il centrodestra, il terzo mandato rischia di slittare pure a dopo le europee, dunque per le future consultazioni amministrative.


Da Roma, invece, ci sono buone notizie: non più 40 norme del Collegato impugnate ma solo 7. Un clima di collaborazione reciproca con i tecnici del governo nazionale, ha tenuto a sottolineare il presidente della Regione, Renato Schifani. Nessuna modifica per la norma “Salva ospedali di periferia”, che prevede l’incentivo di 18 mila euro annui per i midici in servizio in area piccole. Ritirata pure la contestazione da parte del Mef per la ricapitalizzazione di Airgest, circa 4.2 milioni di euro, poiché si tratta solo di un aumento di capitale su superamento passeggeri presso lo scalo.
Salva anche la norma che prevede la proroga di 1400 precari degli Enti Locali, restano intatte anche le norme sugli aiuti alle persone con autismo, alla lotta contro il crack, salvi i fondi per Sicilia Digitale.


Le sette norme impugnate riguardano l’assunzione in pubblica amministrazione delle vittime di femminicidio, la competenza non è regionale ma nazionale. Niente da fare anche per la norma che prevedeva il 15% di spesa in più alle Asp per l’assunzione di personale, niente 2% in più per i centri di emodialisi: le tariffe sono nazionali e non regionali. Niente aumenti per i consigli di amministrazioni di partecipate e municipalizzate. Stop pure ai 400 mila euro per la Fondazione Valle del Belìce e ai rimborsi per le strutture sanitarie senza un tetto di numeri di ricoverati.