È iniziata l'udienza preliminare al palazzo di giustizia di Palermo contro 31 commercianti dei quartieri Ciaculli e Brancaccio accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Le accuse si basano su intercettazioni che dimostrerebbero il pagamento del pizzo, ma gli imputati negano ogni addebito.
Assenti all'udienza il Comune di Palermo e le associazioni di categoria, che in passato si sono sempre costituite parte civile nei processi di mafia. Una scelta che ha destato la perplessità di Addiopizzo, Federazione antiracket italiana e Sportello di solidarietà, che si sono invece costituite parte civile.
I pubblici ministeri Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli hanno contestato agli imputati l'aggravante di cui all'articolo 384 ter del codice penale, che prevede un aumento della pena per chi ostacola o svia un'indagine di mafia. I legali degli imputati si sono opposti alla costituzione di parte civile delle associazioni antiracket.
"L'Associazione ha deciso di essere presente nel processo perché ritiene che le condotte di chi non ha collaborato isolano e mettono a rischio quelle vittime che invece trovano la forza di denunciare", ha detto Raffaele Genova, presidente di Addiopizzo.
"Oggi a differenza del passato non è per paura che la maggior parte paga, ma per convenienza e connivenza", ha aggiunto Genova. "Ci sono ancora molti che pagano le estorsioni e non denunciano perché ricercano la 'messa a posto' in un contesto in cui il pizzo è la contropartita di una relazione con Cosa nostra".
Addiopizzo sollecita l'introduzione di "misure amministrative e non penali, come la sospensione a tempo delle licenze o l'inibizione all'accesso di misure di sostegno al commercio, che rendano sconveniente questo genere di relazioni di connivenza e convenienza".
"Rammarica costatare che in questa udienza le associazioni di categoria e il Comune di Palermo non si siano costituiti parte civile a tutela di chi in questi anni si è opposto a Cosa nostra", ha concluso Genova.
La giudice si è riservata di decidere sulla costituzione di parte civile delle associazioni antiracket alla prossima udienza, fissata per il 18 giugno.