Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
02/04/2024 19:05:00

Il ritorno a casa in bus per Pasqua: Bologna-Trapani: come volare in Australia

 Il tempo è lo stesso impiegato per volare da Bologna fino all’Australia, 18 ore. Solo che il mezzo è un autobus e le destinazioni Trapani, Palermo e la Sicilia in generale. È l’avventura scelta da molti fuorisede sotto le torri per non rinunciare alle vacanze pasquali al sud, sfuggendo però al caro voli. Un viaggio iniziato in certi casi alle 14 del venerdì santo e terminato l’indomani in una strada crucis di fermate e autogrill in giro per l’Italia. Il 29 marzo infatti, i passeggeri a bordo di una compagnia che dall’Emilia-Romagna attraversa tutto il resto della penisola, sono circa 50: anziani, ragazzi, bambini. Il comune denominatore fra di loro non è l’età, ma il cuscinetto da notte alla mano e un po’ di speranza con cui imbarcano i bagagli.

A bordo, per mettere di buon umore, si parte con la proiezione del film “Il 7 e l’8”, di Ficarra e Picone. Battute e leggerezza che hanno il sapore di casa, ma che non sempre riescono stemperare la stanchezza di non aver trovato – come capita spesso - un’alternativa a questa distanza. Anna M., che vive a Riccione e fa la collaboratrice scolastica, prima di acquistare il posto nell’autobus diretto a Catania, ha consultato vari voli: «Con Ryanair avrei speso 380 euro complessivi, contro i 160 proposti qui». Salvatore e Anna, invece, appena diventati nonni a Bologna e di ritorno nella stessa città, hanno provato più strategie: «Italo era pieno» - spiegano - Mentre, «la tratta Trenitalia dava fino a Catania 4 cambi, di cui uno a mezzanotte, praticamente il viaggio della speranza». «Dicono che devono fare il ponte. Pensassero all’alta velocità giù da noi», brontola qualcuno sentendolo.

 

«Per non parlare – continua Salvatore - degli aerei low cost: in questa data 348 euro a persona. Il governatore siciliano ci aveva promesso lo sconto residenti, ma dov’è?». Nelle stesse condizioni Cristina, circa 40 anni. È la sua prima volta in autobus verso Trapani e ha portato con sé i suoi due bambini, coi quali finché c’è luce fa cruciverba: «In aereo, in tre, sarebbero stati quasi 1000 euro e solo per una tratta». Storie che di sedile in sedile – tra gambe che si sgranchiscono - si somigliano. E a cui si sommano quelle provenienti dalle altre fermate. Firenze, poi Roma Tiburtina, scandisce verso sera l’autista col megafono. Proprio nella capitale ne salgono tante altre.

Pancrazio Mazza, di professione commerciante, che è diretto a Taormina, non ha trovato posto in treno, «il prezzo degli aerei manco a parlarne». (Ad alcuni passeggeri mostra lo scontrino ricevuto nel bar di una stazione mentre era in viaggio, qualche giorno prima: tre caffè, un’acqua e una brioche 22,90€). «E’ tutto carissimo».

Domenico, invece 53 anni e di mestiere assicuratore ha scelto per Palermo i 90 andata e ritorno dell’autobus contro i 275 dell’aereo. Prezzi che sembrano proibitivi per chiunque. Gaspare che in questa notte, appollaiato tra le poltrone, non è riuscito a dormire, è funzionario alla presidenza del Consiglio dei ministri, ed è diretto a Marsala. Il costo del suo volo di andata da Roma il 29 marzo era di oltre 200 euro.

«La nave da Civitavecchia, con l’imbarco auto, addirittura fino a 250. Sono fuorisede dall’età di 26 anni, e alla fine l’autobus per noi siciliani a ridosso delle feste resta l’opzione migliore». Nel traghetto a Villa San Giovanni, alle 3.50 del mattino, nonostante il mare mosso escono tutti a prendere aria. «Il più è fatto», dicono. E alle 4.20 sbarcati nell’isola, anche se mancano per alcuni ancora parecchie ore, riescono quasi a vedere casa. Quando scendono, «Auguri e a presto». Sicuri che è qui che si rincontreranno.

Alessandra Arini - La Repubblica (qui il link all'articolo originale)