E' il giorno della sentenza sul caso Iuventa.
Il Gup di Trapani emetterà la sentenza sui quattro membri dell'equipaggio della nave della ong tedesca Jugend Rettet accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La Procura di Trapani lo scorso 28 febbraio ha chiesto il non luogo a procedere, ma la difesa ha chiesto l'assoluzione e il pieno riconoscimento della legittimità delle azioni della ong.
I quattro imputati, tra cui il capitano della nave e la responsabile delle operazioni di soccorso, sono accusati di aver favorito l'immigrazione clandestina in tre diverse operazioni di salvataggio avvenute tra il 2016 e il 2017. La nave Iuventa venne sequestrata nel 2017 dopo un salvataggio di migranti.
Dopo quasi sette anni di indagini, la Procura di Trapani ha chiesto il non luogo a procedere, ritenendo che non vi siano sufficienti prove per sostenere l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
La difesa degli imputati ha contestato la richiesta di archiviazione e ha chiesto l'assoluzione con formula piena. I legali hanno sostenuto che le azioni della Iuventa erano legittime e rientravano nel diritto di soccorso in mare, sancito da diverse convenzioni internazionali.
La difesa ha inoltre denunciato il carattere politico del processo, sostenendo che le indagini sono state "politicamente orientate" e che il Ministero dell'Interno ha esercitato una forte influenza sulla Procura.
La ricercatrice regionale di Amnesty International Elisa De Pieri ha dichiarato:
“L’imminente decisione della corte avrà conseguenze epocali per le future operazioni di ricerca e salvataggio, oltre che per la vita dei membri dell’equipaggio della nave Iuventa e degli altri equipaggi delle Ong che devono rispondere delle accuse mosse nei loro confronti. L’equipaggio della Iuventa ha salvato 14.000 vite, compresi bambini. Nonostante questo, sono stati vergognosamente trascinati per anni nei tribunali italiani”.
“Il pubblico ministero stesso ha già riconosciuto che le accuse contro i membri dell’equipaggio della nave Iuventa e degli altri equipaggi sotto indagine dovrebbero essere ritirate. Questa è un’opportunità per rimediare a un grande errore, e per riconoscere le azioni impavide dei membri dell’equipaggio, che hanno messo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. Senza di loro, molte altre persone potrebbero morire nelle pericolose acque del Mediterraneo”.
“Il lavoro dell’equipaggio della Iuventa, così come di altri che svolgono attività di ricerca e salvataggio in mare, non dovrebbe mai essere criminalizzato. È ora di porre fine ai procedimenti giudiziari nei confronti dei membri dell’equipaggio della Iuventa e degli altri difensori dei diritti umani che hanno prestato servizio sulle navi di soccorso gestite da Medici senza frontiere e Save the Children, nonché alle azioni legali contro le stesse Ong”.