Un secolo. Si racconterà la storia di un'anima a distanza di più di un mese della ricorrenza del centenario dell'omicidio per concedere più tempo per omaggiarlo e rileggere il suo manifesto sulla libertà e la democrazia. Il 10 giugno 1924 ricorrono cent'anni dell'omicidio di Giacomo Matteotti, il mandante per sua stessa ammissione fu Benito Mussolini, lo stesso giorno del 1940 dichiarò l'entrata in guerra dell'Italia che causò la morte di quasi 4.5 milioni persone.
Il segretario del Partito Socialista Unitario il 30 maggio dello stesso anno nel suo discorso/manifesto alla camera dei deputati contestò il risultato delle elezioni, denunciando il clima di terrore in cui si erano svolsero, intanto aveva criticato la legge elettorale Acerbo, che attribuiva nel sistema elettorale proporzionale vigente un premio di maggioranza di 2/3 di seggi a chi avesse ottenuto, appena,il 25% dei consensi. Se ne riportano i passaggi più salienti: "[...]L’elezione, secondo noi, è essenzialmente non valida e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni.
In primo luogo abbiamo la dichiarazione fatta esplicitamente dal Governo, ripetuta da tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli oratori fascisti in tutti i comizi, che le elezioni non avevano che un valore assai relativo, in quanto che il Governo non si sentiva soggetto al responso elettorale, ma che in ogni caso - come ha dichiarato replicatamente - avrebbe mantenuto il potere con la forza, anche se... Codesti vostri applausi sono la conferma precisa della fondatezza del mio ragionamento. Per vostra stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà...Nessun elettore si è trovato libero di fronte a questo quesito...se cioè egli approvava o non approvava la politica o per meglio dire il regime del Governo fascista. Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva “a priori” che se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c’era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso. [...] A rinforzare tale proposito del Governo, esiste una milizia armata... -da destra e grida di "Viva la Milizia-.esiste una milizia armata...[...]Esiste una milizia la quale ha questo fondamentale e dichiarato scopo: di sostenere un determinato Capo del Governo bene indicato e nominato nel capo del fascismo, e non, a differenza dell’Esercito, il Capo dello Stato".[...]una milizia a disposizione di un partito che impedisce all’inizio e fondamentalmente la libera espressione della sovranità popolare ed elettorale e che invalida in blocco l’ultima elezione in Italia[...].La presentazione delle liste deve avvenire in ogni circoscrizione mediante un documento notarile a cui vanno apposte dalle 300 alle 500 firme. Ebbene, onorevoli colleghi, in 6 circoscrizioni su 15 le operazioni notarili, che si compiono privatamente nello studio di un notaio, fuori della vista pubblica e di quelle che voi chiamate “provocazioni”, sono state impedite con violenza,[...].Si trattava de la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale -MVSN,le camicie nere, nello stesso anno entrarono a far parte delle Forze Armate. Nel dibattito intervennero,Farinacci, Turati e Presutti, esponente del Partito Liberale Italiano della destra destra storica che aderì alla secessione dell'aventino, dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti.È un atto dovuto, dopo un secolo ad un uomo di libertà, a maggior ragione in questo momento storico che al governo della nazione abbiamo chi ha militato e si è formato politicamente nel Movimento Sociale Italiano,compresa la Presidente del Consiglio dei ministri che a 15 anni aderì al Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del partito;erede per averlo rivendicato del Partito Repubblicano Fascista figlio del Partito Nazionale Fascista. Il fondatore del MSI Giorgio Almirante dichiarò :"La parola fascista ce l’ho scritta in fronte", avverso alla democrazia, per rendere l'idea dopo il colpo di stato militare in Cile nel 1973, in un discorso alla Camera auspicò che anche in Italia potesse accadere qualcosa di simile. Dopo un secolo glielo dobbiamo maggiormente.