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09/05/2024 06:00:00

Strage di Casteldaccia. C'è un primo indagato. Una raccolta fondi ad Alcamo

Nicolò Di Salvo, titolare della ditta subappaltatrice, è il primo indagato per l'incidente costato la vita a cinque operai, di cui due di Alcamo.

L'accusa è di omicidio colposo plurimo.


Le indagini, aperte dalla Procura di Termini Imerese, puntano a chiarire la dinamica della tragedia e le eventuali responsabilità. Secondo una prima ricostruzione, le vittime, dipendenti della Quadrifoglio Group, non avrebbero dovuto entrare nella vasca fognaria, ma avrebbero comunque ricevuto l'autorizzazione dal direttore dei lavori di Amap. 



La dinamica.
 L'incidente è avvenuto durante lavori di manut
enzione della rete fognaria a Casteldaccia. Un "tappo" che ostruiva la sonda dell'autospurgo ha ceduto, causando la fuoriuscita di gas tossici che hanno investito i primi tre operai scesi nella vasca. Per soccorrerli altri tre lavoratori, tra cui l'interinale Giuseppe La Barbera, che era addetto al controllo della segnaletica stradale, sarebbero scesi. Due sono morti, uno, Domenico Viola, è in fin di vita in Rianimazione al Policlinico.
I medici, che parlano di "insufficienza multiorgano", stanno cercando di capire quali delle funzioni vitali siano state compromesse. 


Restano da chiarire diverse zone d'ombra. Perché gli operai sono stati autorizzati a scendere nella vasca? Erano adeguatamente formati e dotati dei dispositivi di sicurezza necessari? Come è stato possibile che il "tappo" cedesse?

 
L'indagine delinea un quadro di gravi negligenze che potrebbero aver causato la strage. Il lavoro svolto in condizioni di precarietà, la mancanza di adeguati protocolli di sicurezza e la catena di responsabilità che ha portato all'autorizzazione fatale sono tutti aspetti che saranno oggetto di approfondimenti da parte degli inquirenti.

Il caso del subappalto
La società «Quadrifoglio Group», di Partinico, non era la vincitrice del terzo lotto della gara, proprio quella che riguardava gli interventi su Casteldaccia, per il pronto intervento sulle reti fognarie dei Comuni della fascia costiera. Chi aveva vinto la gara bandita dall’Amap – che da qualche anno gestisce le reti idriche e fognarie di Palermo, ma anche quelle di 46 paesi della provincia - era la «Tek Infrastrutture srl», con sede a San Cipirello, che successivamente lo aveva «passato» in subappalto alla ditta di Partinico.

La pratica non è in sé scorretta ed è prevista, con certe garanzie, dal codice degli appalti. Ma certo, lascia pensare il fatto che in quel posto si trovava la squadra di operai di un'altra impresa.  

 

Una raccolta fondi per la famiglia di Raneri ad Alcamo.
“In seguito alla tragedia nella rete fognaria di Casteldaccia, in cui ha perso la vita Roberto, in tantissimi ci state chiedendo come aiutare i familiari”.

 

Un’amica di Chiara Raneri, figlia di uno dei cinque operai morti durante un lavoro di manutenzione nel Comune del palermitano, ha lanciato una raccolta fondi su GoFundMe per la famiglia, originaria di Alcamo, in provincia di Trapani.

 

“Abbiamo pensato a questo modo semplice e alla portata di tutti - scrive l’organizzatrice, Rossella Ferrara - per fare sentire la propria vicinanza a Benedetta, Chiara e Gioele”.

“Grazie infinite - conclude - a tutti coloro che daranno il loro contributo”.

 

La raccolta fondi ha ricevuto 180 donazioni in poche ore. Si può raggiungere al link https://www.gofundme.com/f/supportiamo-la-famiglia-raneri

Intanto, il dolore e la rabbia per la tragedia sconvolgono la comunità di Casteldaccia. Il sindaco Roberto Perciballi ha proclamato il lutto cittadino e la Feneal Uil Sicilia ha annunciato lo sciopero generale del settore edile per venerdì 10 maggio. 

 

 

Trapani è una delle province in Sicilia con il più alto tasso di infortuni mortali.

A renderlo noto è Vega Engineering che, dal 2010, pubblica nel proprio sito le elaborazioni statistiche dei dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro. Tra il 2023 e i dati del primo trimestre del 2024, purtroppo, non è cambiato molto: l’incidenza di infortuni mortali sugli occupati nel nostro territorio era e rimane 8,2. Il risultato è che Trapani si ritrova, al momento, al terzo posto in Sicilia, dopo Agrigento (con un’incidenza del 16,4) e Palermo (con un’incidenza del 9,0).

Ed è chiaro che non è un dato di cui essere fieri, soprattutto dopo la triste notizia della strage a Casteldaccia dove hanno perso la vita cinque operai, di cui due residenti in provincia di Trapani.

«Forse non si è ancora capito – ha dichiarato il presidente di Confartigianato Imprese Trapani, Emanuele Virzì – che le imprese e i lavoratori sono figure indispensabili per l’economia italiana. La nostra è la prima associazione nazionale degli artigiani e a tutela delle imprese e dei loro lavoratori ma purtroppo tanto c’è ancora da fare. Motivo per cui siamo in dialogo continuo con il nostro governo, così da salvaguardare la storia degli artigiani, conservare l’originalità e la creatività che solo un vero artigiano può realizzare. Ma è importante gridare ad alta voce che così non si può più andare avanti. È il momento di dire basta alle morti bianche. Non possiamo solo sperare che si lavori dignitosamente ma soprattutto in sicurezza, dobbiamo invece pretenderlo. Motivo per cui, Confartigianato Imprese Trapani è attiva con le proprie imprese e i loro dipendenti, seguendole costantemente nella sicurezza sui luoghi di lavoro con una formazione continua, costante e professionale».

Di seguito, invece, il commento di Confartigianato Nazionale.

«La sicurezza sul lavoro – sottolinea Confartigianato – sta a cuore a noi imprenditori per primi e non si tutela con la burocrazia, ma con il rispetto di regole che devono essere chiare ed applicabili, con gli organismi paritetici tra Organizzazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori, con la prevenzione e la formazione, con l’applicazione corretta dei contratti nazionali di lavoro del settore, attraverso l’associazionismo d’impresa che diffonde la cultura della legalità, incrociando le tante banche dati esistenti per porre in essere un efficace piano nazionale della prevenzione, con un sistema di ispezione sul lavoro rafforzato e senza inutili duplicazioni di competenze».