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19/05/2024 06:00:00

Italia, allarme corruzione: "Danni inestimabili al Paese"

 L’Autorità nazionale anti corruzione compie 10 anni e nei giorni scorsi ha presentato la relazione relativa al 2023. Il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Giuseppe Busìa, ha presentato la relazione annuale alla Camera dei Deputati il 14 maggio scorso.

Passi avanti e nuove sfide

In dieci anni sono stati fatti certamente passi avanti ma sono cambiate anche le sfide davanti alle quali gli enti pubblici deve ancora trovare le risposte più efficaci per non rischiare di rimanere indietro. La sfida più grande è certamente quella legata ai rischi generati dal Pnrr con la sua mole di investimenti che stanno entrando ormai nella fase attuativa, quella dell’intelligenza artificiale e il nuovo codice degli appalti.

La Dimensione Sovranazionale della Lotta alla Corruzione

Busìa ha discusso l'importanza della collaborazione internazionale nella lotta contro la corruzione, evidenziando il ruolo dell'Italia nelle istituzioni europee e globali, come la Presidenza della Rete europea delle istituzioni a tutela del whistleblowing e la Vicepresidenza della Rete mondiale delle Autorità indipendenti per l'integrità. Inoltre, ha sottolineato la necessità di un approccio europeo coordinato per la prevenzione della corruzione.

 Misure di Prevenzione della Corruzione

 Busìa ha illustrato le principali misure di prevenzione adottate dall'ANAC, tra cui l'aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione e il supporto ai Responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT). Ha evidenziato l'importanza della misurazione del rischio corruttivo e delle attività di vigilanza e consultiva svolte dall'Autorità.

 La Trasparenza Amministrativa

 La trasparenza è stata descritta come uno strumento fondamentale per una buona amministrazione. Busìa ha annunciato la realizzazione della Piattaforma unica della trasparenza, che offrirà ai cittadini un punto di accesso unico per le informazioni sulle amministrazioni pubbliche, migliorando l'efficienza e riducendo gli oneri amministrativi.

 I Contratti Pubblici

Il Presidente ha parlato degli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del nuovo Codice dei contratti pubblici, che include la digitalizzazione dell'intero ciclo di vita dei contratti e l'obbligo della progettazione digitale basata sulla modellistica BIM. Ha anche discusso il ruolo del Partenariato pubblico-privato (PPP) e l'importanza di coinvolgere le piccole e medie imprese nelle commesse pubbliche (il 98% di queste riesce ad entrare solo nel 17% delle commesse pubbliche).

Il nuovo Codice, oltre a non prevedere l’obbligo di avvisi o bandi per i lavori fino a 5 milioni di euro, consente di acquistare beni o affidare servizi fino a 140.000 euro senza neanche il vincolo di richiedere più preventivi. In sede di discussione della normativa, avevamo evidenziato il conseguente rischio di affidamenti agli operatori più vicini e collegati, invece che a quelli più meritevoli, con un prevedibile aumento dei costi.

Sfide e Opportunità Future

Busìa ha toccato il tema della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale che definisce affascinante sirena del nostro millennio, sottolineando l'importanza della trasparenza algoritmica e della non discriminazione algoritmica. Ha inoltre evidenziato la necessità di una qualificazione delle stazioni appaltanti e di una nuova architettura amministrativa per migliorare l'efficienza e la trasparenza delle procedure contrattuali.

Qui la presentazione della relazione. 

Qui la relazione completa.

IL BOOM DEGLI AFFIDAMENTI DIRETTI

Per Busìa, nel 2023 abbiamo assistito a un boom degli affidamenti diretti, che hanno superato la soglia del 90% del numero totale degli appalti. Ma l’autorità anticorruzione stigmatizza anche l’ingiustificato ricorso ai subappalti, “anche quando non servono lavorazioni particolari”. E ancora, Anac sottolinea la necessità “di procedere con la direttiva europea Anticorruzione (stoppata in Italia)” e, sulla scorta dei fatti di Genova, la stringente necessità di una legge che regolamenti le lobby e i rapporti tra player economici e decisori politici.

PER ANAC È NECESSARIA UNA LEGGE SULLE LOBBY

“Nonostante i solleciti, nel nostro Paese manca ancora una disciplina organica sulle lobby”, ha spiegato il presidente, “Una normativa che si ponga l’obiettivo di garantire piena trasparenza sull’attività dei portatori di interesse, (…) Spetterà poi al decisore pubblico scegliere, assumendosi davanti a tutti la responsabilità di aver favorito una opzione invece che un’altra”. Non solo, per Busìa “occorrerà inoltre assicurare, con specifici obblighi dichiarativi, assoluta trasparenza su ogni eventuale beneficio, diretto o indiretto, anche non finanziario, che il decisore pubblico o le persone a lui vicine possano ricevere dai soggetti a vario titolo interessati alle sue decisioni, fissando ovviamente anche limiti, divieti e adeguate sanzioni”. Un passaggio che forse sarà arrivato fino a casa-Toti…