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29/08/2024 06:00:00

Il detenuto in gravi condizioni nel carcere di Trapani in cura al Villa Sofia


Ci sono novità dopo il drammatico appello lanciato dalla famiglia del giovane petrosileno, detenuto da oltre un anno nel carcere di Trapani. Preoccupata per le gravi condizioni di salute del proprio caro, la famiglia si è rivolta alla nostra redazione per denunciare la situazione e chiedere aiuto. Le condizioni di salute di G.M. si sono aggravate nel corso della detenzione, a causa di un intervento chirurgico ortopedico subito alcuni anni fa e delle conseguenze che ne sono derivate durante la reclusione.

Le condizioni di G.M.: tra dolori e mancati interventi medici
G.M. aveva subito un intervento chirurgico per l’applicazione di protesi alla gamba alcuni anni fa, ma durante il periodo di detenzione le protesi si sono spostate, provocando fuoriuscite evidenti, dolori intensi e gravi difficoltà di deambulazione. Le immagini scioccanti inviate alla nostra redazione mostrano i “ferri” che spuntano sotto la pelle, suscitando preoccupazione anche tra gli altri detenuti. Il difensore di G.M. aveva presentato cinque istanze al magistrato di sorveglianza per chiedere la sospensione della pena o il ricovero in una struttura ospedaliera, oltre all’intervento del garante dei diritti dei detenuti per la Sicilia.

Trasferimento a Villa Sofia
Dopo il clamore mediatico e l’intervento di varie associazioni, la situazione è iniziata a cambiare. «Il mio assistito è stato portato a Villa Sofia dove ha ricevuto cure per l’infezione alla gamba. Dopo le cure iniziali, è stato riportato in carcere con l’impegno di essere richiamato la settimana successiva per il ricovero e l'intervento chirurgico», afferma l’avvocato Giovanni Gaudino, legale di G.M.

L’avvocato sottolinea che ora si sente seguito in modo adeguato e spera in una risoluzione positiva della vicenda. "Dopo l'intervento chirurgico, chiederò al Magistrato di Sorveglianza di consentire al mio assistito di trascorrere la convalescenza a casa", spiega Gaudino. Tuttavia, lamenta la mancanza di comunicazione da parte della direzione della casa circondariale, che non ha dato riscontro alle sue richieste di informazioni.

Le accuse della famiglia
I familiari di G.M. raccontano che, nonostante la gravità della situazione, gli operatori sanitari del carcere si sono limitati a somministrare antidolorifici, ignorando la necessità di interventi più adeguati. Solo dopo una caduta del giovane e una protesta dei compagni di cella, G.M. è stato trasportato d'urgenza al Sant’Antonio Abate, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico di emergenza per rimuovere la protesi. Tuttavia, i medici hanno comunicato che era necessario un intervento più complesso presso un centro di alta specializzazione ortopedica. 

Dopo l'intervento, senza alcuna degenza ospedaliera, G.M. è stato riportato in una cella affollata e priva di adeguate condizioni igienico-sanitarie, con un alto rischio di infezioni, che infatti si sono verificate. Nonostante due urgenti ricoveri ospedalieri per i forti dolori alla gamba operata, il giovane è stato sempre riportato in una cella promiscua. G.M. ha quindi sporto denuncia contro i sanitari del carcere per le cure tardive e inappropriate.

Attesa per nuovo intervento
L’intervento presso Villa Sofia è stato un primo passo verso una possibile risoluzione, ma molto dipenderà dalla gestione futura del caso e dalle decisioni del magistrato di sorveglianza. La famiglia di G.M. e il suo legale restano in attesa di ulteriori sviluppi, sperando che la vicenda si concluda nel migliore dei modi, con la possibilità per il giovane petrosileno di ricevere le cure adeguate e di trascorrere la convalescenza in un ambiente più sicuro e confortevole.