Le palazzine dell'Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) di Trapani rappresentano un vero e proprio simbolo del degrado e dell'abbandono istituzionale. Mentre l'attenzione mediatica e politica si concentra su grandi progetti di ristrutturazione finanziati dal PNRR, la realtà quotidiana di migliaia di residenti rimane ignorata, con edifici che crollano a pezzi e la sicurezza pubblica a rischio.
È un paradosso che sfiora il grottesco: da un lato si investono fondi per la messa in sicurezza sismica ed energetica, dall'altro le stesse strutture continuano a sgretolarsi sotto il peso di una gestione fallimentare.
Amministratori complici? Troppi preventivi gonfiati e ristrutturazioni fantasma
La situazione è resa ancora più assurda dalla presenza di alcuni amministratori di condominio che, invece di agire per il bene comune, sembrano più interessati a gonfiare i preventivi per lavori di ristrutturazione, traendone un lucro personale.
È il classico gioco delle tre carte: si convocano riunioni condominiali, si presentano preventivi che farebbero impallidire anche il più sfacciato degli speculatori immobiliari, e poi tutto si blocca perché i proprietari privati, che dovrebbero contribuire alle spese, si rifiutano di pagare. Così, mentre l'IACP tenta di destreggiarsi tra morosità e ordinanze comunali, gli edifici continuano a crollare, e chi ci guadagna sono solo gli amministratori e le ditte.
Palazzine miste: quando anche i privati non pagano
Il problema delle palazzine miste, dove convivono appartamenti IACP e proprietà private, si traduce in un vero e proprio incubo gestionale. Gli edifici sono a rischio crollo, con fondamenta che cedono, intonaco che si sgretola e barre di ferro esposte, ma i lavori di ristrutturazione non partono mai. Perché? Perché i proprietari privati non pagano, e l'IACP non può accollarsi l'intero onere finanziario. È un circolo vizioso che lascia interi quartieri, come Sant'Alberto e Fontanelle Sud, nel degrado più totale.
Nel frattempo, crollano balconi, si allagano cantine, e la sicurezza degli abitanti viene completamente ignorata. E quando la situazione diventa insostenibile, sono gli stessi residenti a dover chiamare i vigili del fuoco per segnalare il pericolo imminente. I vigili, a loro volta, passano la palla al Comune, che emette ordinanze ingiuntive all'IACP.
Ma l'Istituto, come sottolinea l’avvocato Ettore Oresti dell’ufficio legale, è spesso in difficoltà: “Se in un palazzo ci sono dieci appartamenti, otto dei quali sono privati e solo due appartengono all'IACP, l'Istituto dovrà provvedere solo per i propri inquilini. Non possiamo sostenere i costi di riparazione per tutti, e questo potrebbe portarci al collasso finanziario”.
IACP e morosità: un sistema al collasso
Oltre al caos delle palazzine miste, l'IACP deve affrontare un problema di morosità che rischia di portare l'intero sistema al collasso. Più del 75% degli inquilini non paga l'affitto, e l'Istituto si ritrova impossibilitato a intervenire per le ristrutturazioni necessarie. Ogni tentativo di sfrattare i morosi viene vanificato dalla burocrazia e dalle carenze strutturali del sistema di alloggi pubblici.
È un cane che si morde la coda: non si possono sfrattare i morosi senza creare nuovi disagi, e non si possono effettuare ristrutturazioni perché mancano i fondi. Il pericolo è che i palazzi vengano dichiarati inagibili e, a quel punto, le famiglie dell'Iacp rimarrebbero senza casa.
"Quando emergono problemi urgenti, come edifici pericolanti, l'Istituto autonomo cerca di intervenire assegnando lavori alle imprese - spiega Oresti - Tuttavia, le emergenze sono così frequenti che spesso non si riesce a far fronte a tutte le necessità contemporaneamente. Mancano fondi".
Il paradosso del PNRR: risorse sprecate su edifici condannati
E mentre tutto questo accade, lo Stato investe 32 milioni di euro del PNRR sul territorio Trapanese per migliorare la sicurezza sismica e l'efficienza energetica di palazzine che, paradossalmente, sono già sul punto di crollare. La situazione è a dire poco assurda: si finanziano lavori che, in teoria, dovrebbero rendere gli edifici più sicuri e moderni, ma poi quegli stessi edifici sono lasciati nel degrado più totale a causa della mancata manutenzione ordinaria.
Gli interventi previsti, spesso, non risolvono i problemi reali, come infiltrazioni d'acqua, crolli di balconi e strutture pericolanti, lasciando gli inquilini abbandonati a se stessi. A denunciare questo paradosso è il consigliere Giovanni Parisi di RiGenerAzioni – Europa Verde: "È inconcepibile che, mentre si spendono milioni di euro del PNRR, non si riesca nemmeno a garantire la sicurezza basilare degli edifici. Il rischio è che si ripeta quanto accaduto a Napoli, dove il crollo di un ballatoio delle Vele di Scampia ha causato morti e feriti. Qui a Trapani, la situazione è altrettanto critica".
La tragedia sfiorata: il caso di Sonia
Esemplare è il caso di Sonia che ha contattato la redazione di Tp24 per segnalare il suo caso. Da due anni lotta per ottenere riparazioni urgenti nel suo alloggio popolare in via Beppe Alfano. Nonostante le numerose segnalazioni dal 2022, corredate di foto, la risposta dell'IACP non arriva. i sopralluoghi sono stati effettuati dopo molta insistenza, ma nessun intervento è stato eseguito.
Così l'acqua continua a scorrere lungo le pareti, creando condizioni di pericolo costante per Sonia e la sua bambina. Il tetto della cucina presenta una macchia di acqua sempre più ampia che penetra dal piano superiore e minaccia di compromettere l'impianto elettrico. Il bagno è ha l'intonaco staccato e il muro scarificato a causa delle infiltrazioni. Sul balcone del prospetto appena riammodernato grazie ai lavori di Pnrr, dal piano di sopra sgocciola continuamente acqua mista di pittura fresca che forma una melma insalubre.
È uno scenario inquietante, dove una madre è costretta a vivere con il timore costante che le infiltrazioni possano causare un cortocircuito o che un muro crolli da un momento all'altro. E tutto questo mentre Sonia paga regolarmente l'affitto, contribuendo a un sistema che sembra non offrire nulla in cambio.
"Ho sempre pagato, dal 2017 che hanno assegnato l'appartamento a me e mia figlia. Gli ho anche detto: intervenite o non pago più. Non è cambiato nulla".
"Mi riprometto di considerare questo caso e di fare il punto sulla situazione" afferma Oresti, ma le promesse finora non hanno portato alcun risultato concreto.
Le case popolari: una vergogna Nazionale
La situazione delle palazzine popolari è il simbolo di un sistema che ha fallito su tutta la linea. Le promesse di interventi urgenti e di un miglioramento della qualità della vita per gli abitanti rimangono parole vuote, mentre il degrado avanza inesorabile. "Questa situazione insostenibile richiede un intervento urgente da parte della politica, in particolare di quella che nomina i dirigenti dell'IACP, come il presidente o il commissario - afferma Parisi - prima che la prossima tragedia non sia solo sfiorata, ma una realtà devastante".
“In diverse case popolari dell'IACP, gli inquilini sono costretti a recarsi continuamente agli uffici di via Virgilio per segnalare problemi nei loro appartamenti – spiega Parisi - In via Michele Amari, ad esempio, alcuni residenti vivono con le perdite dei bagni degli appartamenti soprastanti. In molte palazzine, i sotterranei sono allagati da acqua e liquami che corrodono il cemento dei pilastri, creando un odore insopportabile. In alcuni edifici è stato trovato amianto e non rimosso".
Da via Michele Amari a via Teocrito, via Diodoro Siculo, viale Marche, viale Emilia Romagna, via Vincenzo Sammartano e via De Santis, molte palazzine sono in condizioni disastrose, con finestre e portoni mancanti.
Ad agosto, un balcone in via Michele Amari è crollato, fortunatamente senza causare feriti. Tuttavia, i vigili del fuoco hanno vietato alla famiglia residente di accedere al balcone, e la segnalazione è stata fatta agli uffici competenti. È fondamentale che si intervenga al più presto per garantire la sicurezza e il benessere degli abitanti di queste case popolari”.
Ecco come incassare da chi non paga: il nuovo metodo di riscossione
Di fronte all’enorme problema della morosità, che interessa oltre il 75% degli inquilini IACP, è stato introdotto un nuovo sistema di pagamento per cercare di recuperare le somme dovute. Da luglio, la riscossione dei canoni di locazione per gli alloggi popolari è passata sotto il controllo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione Sicilia.
Questo cambiamento rappresenta una svolta cruciale, poiché consente un monitoraggio più rigoroso dei pagamenti, con l'obiettivo di contrastare l’evasione. In caso di morosità, il sistema prevede l'intervento della Guardia di Finanza, che avrà il compito di verificare il reddito reale degli occupanti. Questo controllo incrociato dovrebbe rendere più difficile per gli inquilini evitare il pagamento, eliminando i casi di affitti non versati per anni.
“Una soluzione che non abbiamo potuto evitare”, afferma l'avvocato Oresti, sottolineando che solo un intervento deciso può finalmente ristabilire una certa equità e permettere all’IACP di avere i fondi necessari per le manutenzioni urgenti e necessarie.