Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
02/10/2024 06:00:00

Salemi. Sulla sicurezza scoppiano le polemiche e sugli alcolici il sindaco emette un’ordinanza

 La gestione della sicurezza pubblica a Salemi ha assunto una rilevanza sempre maggiore diventando argomento di discussione tra i cittadini e le forze politiche.

Dopo l’acqua pubblica, ora la sicurezza pubblica due patate bollenti che la nuova Amministrazione comunale si e’ trovata da subito ad affrontare.

Patate bollenti” , perché, secondo un antico vizio siculo duro a morire, quando si tratta di problemi complessi, invece di essere risolti con la massima celerità, vengono scaricati da un Ente all’altro, da una competenza all’altra. Mentre i problemi si incancreniscono.

In queste settimane l’argomento all’ordine del giorno e’ la “sicurezza” sia quella pubblica, sia quella urbana, due aspetti della stessa medaglia. Sarebbero messe a rischio, secondo alcuni, dalla presenza in città di un numero ritenuto esorbitante di extracomunitari.

Parrebbe che siano circa 500, appartenenti a 27 Stati diversi. In rapporto agli abitanti, la percentuale supera di poco il 5% , inferiore alla media nazionale che e’ dell’8%. E tuttavia il loro numero dai salemitani viene percepito molto più alto.

Come e’ noto, la sicurezza urbana che deve garantire una buona qualità della vita ai cittadini e la tutela della proprietà, va di pari passo con la sicurezza pubblica che deve invece salvaguardare l’incolumità dei cittadini.

Dopo i recenti e ripetuti episodi di violenza consumati (taluni, anche cruenti) addirittura nella piazza centrale della città o nell’adiacente viale delle Rimembranze, il problema della sicurezza pubblica e’salito prepotentemente alla ribalta.

Ma nulla di nuovo sotto il cielo. E’ stato reso noto il conosciuto, come avrebbe detto il filosofo tedesco Hegel. Le cause che hanno scatenato le recenti risse preesistevano da molto tempo e tutti le conoscevano, comprese le Autorità .

Ma questo ultimo episodio non poteva passare inosservato, non si poteva ignorare dal momento che erano stati fermati tre giovani giovani di etnia magrebina, assieme ad un salemitano, in flagranza di reato. Il tutto nella piazza Liberta’, l’ombelico del paese, davanti ad un vasto pubblico.

Un episodio andato in diretta e che ha dato la sensazione che si siano rotti gli argini della sicurezza e che qualche equilibrio sia andato in frantumi a causa di scelte sbagliate.

Oggi, che le lame di qualche coltello sono lampeggiate sotto i raggi di un sole pomeridiano, e’ scattato un coro di allarme.

E, come un riflesso condizionato, la tentazione di associare la delinquenza agli extracomunitari e’ stata immediata, si e’ ingigantita fino a lambire i merli del Castello la convinzione che gli spacciatori appartengono al mondo dei “nivuri”.

E’ la solita storia che si ripete. C’e’ una vasta letteratura che l’ha narrato. Si punta il dito contro il più debole della catena e’ il metodo piu’ sbrigativo per mettersi a posto con la coscienza. E poco conta se si scambiano gli effetti per le cause. Serve per non aggredire le vere cause di certi fenomeni.

Eppure, chi aveva posto l’attenzione sul problema in questi anni c’e’ stato. Ma inascoltato.

Come ad esempio l’Associazione pro Centro Storico di Salemi il cui presidente e’ l’instancabile Nicola Fierotti che da tre anni pone l’accento sulla gravità del fenomeno, inviando delle petizioni alle Autorità civili e militari, comunali e provinciali,per chiedere un intervento finalizzato al controllo del territorio.

Le richieste si sono susseguite con cadenza annuale, la prima nel 28 novembre del 2022, la seconda nel 29 dicembre del 2023 e l’ultima in queste ore.

Rimaste tutte inascoltate e senza esito, le istanze si caratterizzano per una descrizione impietosa dello stato delle cose e si concludono con la richiesta di un urgente intervento da parte delle Autorità.

In sintesi, viene detto che da “molto tempo il centro storico di Salemi è abbandonato alle scorribande di cittadini extracomunitari, provenienti dai centri di accoglienza, ma anche, per la maggior parte, dall’occupazione di case abbandonate dopo il terremoto, specialmente nel quartiere del Rabato”.

Viene anche denunciato che “la cittadinanza di Salemi subisce atti di ubriachezza molesta e conseguenti minacce, sia nelle ore notturne, che in quelle diurne. Che si ripetono non solo atti di vandalismo su beni comuni, quali panchine fioriere, cassette per lo scambio di libri, ma anche episodi di violenza con accoltellamenti e risse in pieno giorno fra extracomunitari coinvolgendo anche persone locali, seminando il panico ed terrore fra la gente , che I cittadini hanno paura a fare gli acquisti nelle varie attività nel centro storico e si fanno accompagnare anche per fare bancomat nelle agenzie bancarie che vi si trovano; gli esercenti devono chiudere a volte in maniera anticipata il proprio esercizio per evitare fenomeni di violenza nei propri confronti; non avendo nessuna residenza fissa spargono immondizia, fanno i propri bisogni negli angoli, rendendoli delle vere e proprie latrine, con gravi conseguenze igienico sanitarie; commettono reati di ogni genere (furti, spaccio, occupazione abusiva di case), addirittura molestie delle nostre figlie ed anche agli accoltellamenti dei nostri figli in pieno centro e alla luce del sole”.

La conclusione e’ sempre la stessa. I cittadini chiedono “l’immediato, deciso e continuo intervento delle autorità per porre fine a tali atti e prevenire ulteriori nefaste conseguenze e per rendere vivibile la città ed il nostro centro storico”.

Il Comitato provinciale per l’Ordine Pubblico provinciale nel maggio scorso si era pronunciato, ma che ci sembrano essere stati indirizzati alle realtà dei comuni rivieraschi dove nel periodo estivo la movida si fa più intensa.

Nel frattempo, sul fronte della politica, il gruppo Misto di Dario Verde ha chiesto la convocazione di un Consiglio comunale aperto per discutere della scottante materia.

Ma a surriscaldare l’atmosfera politica di queste prime giornate autunnali ci ha pensato il sindaco Vito Scalisi quando ha accusato le opposizioni di procurare “facili allarmismi che la politica, a volte, utilizza per ottenere consensi sui social. Non serve gettare benzina sul fuoco, ma piuttosto sedersi attorno a un tavolo e ragionare sul da farsi. Ed è proprio quello che ho fatto: ho incontrato nuovamente il prefetto di Trapani, la dottoressa Daniela Lupo, rappresentando i problemi della nostra città al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. “

Dichiarazioni che hanno offerto il destro ai consiglieri comunali sempre del gruppo misto di Adelaide Terranova e Dario Verde, per controbattere dicendo di essere “sgomenti” per le dichiarazioni di Scalisi e aggiungendo che “se il sindaco dice che serve sedersi attorno ad un tavolo e ragionare sul da farsi. Ebbene, è appunto quel che vorremmo noi e per questo abbiamo chiesto la convocazione di una seduta consiliare, possibilmente aperta, alla quale invitare anche il prefetto, per potere discutere del problema e provare a trovare, assieme, le possibili soluzioni. Altro che fare allarmismo per cercare consensi sui social. Non siamo mica andati in piazza a protestare”.

Nel frattempo il sindaco, riesumando le determinazioni assunte il 16 maggio scorso nella sopra citata riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha emesso ieri una sua ordinanza che prevede la limitazione temporanea delle somministrazioni, vendita e detenzione di bevande alcoliche.

Avrà validità per un mese, fino al 31 ottobre, come prevede la legge.

Si parte dalla considerazione che a Salemi è presente un “cospicuo numero di pubblici esercizi e locali di intrattenimento che attraggono un rilevante numero di frequentatori e che, sempre più, si registra una forte affermazione della movida e dei suoi effetti che possono, in alcuni casi tradursi in episodi di disturbo della quiete pubblica, atti di vandalismo e risse”.

Il fenomeno riguarda, precisa l’ordinanza, alcune zone della città caratterizzate da una presenza altamente concentrata, di pubblici esercizi, che praticano l’asporto di bevande alcoliche e nelle cui vicinanze si registrano assembramenti di giovanissimi e adolescenti fino a tarda notte, facendo uso di bevande alcoliche. Per effetto delle quali si aumenta il rischio di favorire l’innescarsi di risse o, quantomeno, di provocare disturbo della quiete pubblica.

Tra questi, viene detto per inciso, ci sarebbero anche cittadini extracomunitari che acquistano bevande alcoliche presso i distributori automatici ovvero presso gli esercizi commerciali per consumarle sulla via pubblica.

Da qui un numero crescente di cittadini che si lamentano con l’Amministrazione comunale per il degrado urbano a causa dell’abbandono di bottiglie di vetro e di lattine di alluminio, nonché minzioni sulle aree pubbliche (anche in ore diurne) ad opera di extracomunitari.

Una conclusione rassicurante che addebita l’alterazione dello stato psico-fisico di questi giovanissimi solo all’uso smodato di alcol e di nessun altro tipo di sostanze tossiche, smentendo in questo modo dicerie e maldicenze amplificate anche nella famigerata lettera anonima post-elettorale.

In estrema sintesi, l’ordinanza prevede il divieto in tutto il territorio comunale, dalle ore 17,00 di ogni giorno e fino alle ore 06 successive della vendita e la somministrazione - sia in forma fissa che itinerante - nonché la detenzione ed il consumo, in luogo pubblico di bevande alcoliche e superalcoliche, in contenitori in vetro e non, anche se dispensate da distributori automatici. Il divieto non si applica all’interno dei locali e degli spazi pubblici.

Viene vietato, inoltre, in tutti i luoghi pubblici del centro urbano, a chiunque, di portare addosso, in mano o anche in tasca, bottiglie di vetro o lattine (quand’anche sigillate).

Quindi, il solo trasporto sarà consentito solamente all’interno delle confezioni integre del produttore (scatoli ed imballaggi vari, qualora i pezzi acquistati siano di numero inferiori a quelli contenuti nella confezione), nonché di sacchetti.

Se sarà sufficiente a risolvere il problema o c’e’ il pericolo che si materializzi lo spettro del razzismo che, cacciato via dalla porta della razionalità rischierebbe ora di rientrare dalla finestra delle paure alimentate da chi e’ spinto da strumentalizzazioni.

Abbiamo sentito invocare persino l’intervento dell’Esercito, cosa che fa a pugni con il progetto di “Borgo turistico” che si vuole continuare a sviluppare. Se si inseguono questo tipo di aspirazioni, non si può correre il pericolo di avere il marchio del razzismo e le strade invase da gente in divisa.

E allora poniamo alcune domande, anche politicamente scorrette.

Perché da qualche periodo a questa parte si registra una maggiore presenza di extracomunitari? Chi sono questi giovani che ad occhio non ci sembrano laboriosi migranti che fuggono dalla fame e dalle carestie? E’ gente in grado di alzarsi di buon mattino per affrontare una faticosa giornata di lavoro, dopo aver trascorso le serate a sbevazzare alcolici di ogni tipo, stravaccati su marciapiedi e panchine? Chi risponde per loro? Hanno un’attività? Sono identificabili? Hanno una dimora? E, infine, siamo sicuri che si tratti solo di un problema di alcolici?

Domande legittime che pretendono una risposta. Quando saremo in grado di avere una risposta a questi inquietanti interrogativi potremo dire di essere sulla strada giusta per mettere ordine alle cose. Diversamente avremo perso solo tempo ed energie.

Franco Ciro Lo Re