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03/10/2024 09:30:00

11 anni fa la strage di migranti a Lampedusa

 Undici anni fa, il 3 ottobre 2013, Lampedusa fu teatro di una delle peggiori tragedie del Mediterraneo. Le immagini delle bare allineate sull'isola, alcune piccolissime e bianche, rimangono indelebili nella memoria di chi ha vissuto quel giorno. Erano le vittime di un naufragio che portò alla morte di 368 migranti, mentre 155 persone riuscirono a sopravvivere. Un evento che ha scosso l'Italia e il mondo, rendendo evidente, per la prima volta in modo così tragico, la crisi migratoria nel Mediterraneo.

Fanus, una delle sopravvissute, raccontò nel 2018 come quel terribile giorno non l'avesse mai abbandonata. «Mi sono salvata per caso», disse, ricordando i compagni di viaggio che annegavano accanto a lei. Ogni anno, a Lampedusa, il Comitato 3 ottobre organizza manifestazioni per ricordare le vittime di quella strage e sensibilizzare l'opinione pubblica sulle morti nel Mediterraneo.

Ma, nonostante i cori di «Mai più vittime del mare», il Mediterraneo continua a essere un cimitero silenzioso. Nel 2024, secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), almeno 1452 persone sono morte o disperse nel Mediterraneo, e si prevede che questo numero raggiungerà livelli simili a quelli degli anni precedenti entro la fine dell'anno. La Fondazione ISMU stima che tra le vittime possano esserci oltre 6.000 minori, molti dei quali scomparsi senza lasciare traccia.

Nel frattempo, la politica europea sembra allontanarsi sempre più dalla protezione dei diritti umani. Nella primavera del 2024, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato il "Patto europeo Asilo e Migrazione", un pacchetto di riforme che secondo Save the Children mina il diritto di asilo e mette a rischio minori e famiglie. Antonella Inverno, di Save the Children, sottolinea come questi nuovi accordi rendano le frontiere dell'Unione Europea luoghi di detenzione e respingimenti, dove violenze e violazioni dei diritti umani sono all'ordine del giorno.

Nel 2024, oltre 48.000 rifugiati e migranti sono già arrivati in Italia via mare, tra cui più di 5.500 minori non accompagnati. L’Europa, che dovrebbe garantire accoglienza e protezione, continua a erigere muri e a chiudere le sue frontiere, lasciando migliaia di persone in balia del mare e dei pericoli lungo le rotte migratorie.

Undici anni dopo quella tragica notte del 3 ottobre 2013, il ricordo delle vittime di Lampedusa rimane un monito doloroso di una crisi umanitaria che continua a mietere vite innocenti.