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11/10/2024 10:12:00

Trapani, Safina a favore della pista ciclabile: "Chi si lamenta ha paura del cambiamento"

Alla maggior parte delle persone non piacciono i cambiamenti, men che meno ai Trapanesi che piuttosto che le bici, per spostarsi usano le auto e, anzi, amano "guidare con il gomito fuori dal finestrino". L'espressione è stata sdoganata in Consiglio durante il dibattito sui nuovi piani urbanistici volti a rendere Trapani più green. Ed è proprio sulla resistenza al nuovo e il sentimento di malessere suscitato dalla pista ciclabile in costruzione sul Lungomare Dante Alighieri, che punta l'intervento dell'assessore Regionale Dario Safina.

L'opera della ciclabile, secondo Safina, fa parte di una visione più ampia per proiettare la città verso un futuro più sostenibile, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

"Come spesso accade quando una comunità affronta un cambiamento significativo, emerge la paura antropologica della novità. Una corsa al “Oddio, e ora che succede?” che genera solo malessere e confusione.

Strumentalizzare questo sentimento non è mai un segno di buona politica, da qualunque prospettiva la si guardi. Stavolta, nel mirino del chiacchiericcio social, tra buoni e cattivi, è finita la pista ciclabile in costruzione sul Lungomare Dante Alighieri, un’opera all’interno di un disegno importante per proiettare Trapani verso quella visione di Green Deal europeo che il mondo intero sta inseguendo.

L’obiettivo è migliorare lo stile di vita dei cittadini, rispettare ambiente e paesaggio e garantire un futuro più vivibile e sicuro per i nostri figli. E, perché no, anche più sicuro per tutti, con uno spazio dedicato ai ciclisti, come già avviene in molte città europee. È lo stesso principio che ha reso via Fardella più sicura con l’istituzione della Zona 30 e gli attraversamenti pedonali per gli ipovedenti. Certo, ci sono alcuni aggiustamenti da fare, ma questa arteria principale della città è già diventata più sicura e percorribile, con una significativa riduzione degli incidenti rispetto agli anni precedenti.

Pensare a una città più green non è un cattivo modo di amministrare; significa avere una visione e puntare a trasformare la cultura e le abitudini della comunità. Lo stesso vale per la mobilità dolce, su biciclette o mezzi pubblici, idealmente elettrici in un futuro non troppo lontano. Questa trasformazione può migliorare la qualità della vita, ridurre i tempi di percorrenza sui mezzi privati e, non meno importante, rappresentare un risparmio per i cittadini. Circolare in auto ha un costo, mentre spostarsi in modo efficiente con mezzi pubblici abbassa le spese familiari. Le città moderne e vivibili del mondo stanno già seguendo questa direzione.

In questo contesto, chi si candida a governare una città, anche se poi si ritrova all’opposizione, dovrebbe evitare di dire solo no a tutto. Dovrebbe invece indicare chiaramente quali sì intende portare avanti e in che modo, offrendo una visione alternativa e costruttiva. Altrimenti, i cittadini non hanno un vero termine di paragone su cui basare le proprie scelte. La politica non può limitarsi a bloccare ogni cambiamento; deve proporre soluzioni reali, tangibili, che migliorino la vita delle persone.

Dunque, a mio avviso, non rende un buon servizio alla politica e alla cittadinanza chi alimenta la paura antropologica del cambiamento per insinuare dubbi e incertezze. È invece necessario spiegare e far comprendere il concetto di trasformazione, accompagnandolo con un dialogo pacato e costruttivo.

Sono convinto che Trapani non diventerà green in un batter d’occhio, ma da qualche parte bisogna cominciare. Ci vorrà del tempo per raggiungere gli standard necessari, ma un passo alla volta, senza alimentare panico e paure, sono sicuro che raggiungeremo l’obiettivo".