Catania, due fratelli di 33 e 37 anni, proprietari di un bar nei pressi della centralissima piazzetta Sebastiano Addamo, sono stati arrestati dopo aver aggredito violentemente due vigili urbani e altre persone. Gli agenti della polizia locale stavano multando un'auto parcheggiata in divieto di sosta, situata davanti all'attività commerciale dei due uomini, quando sono stati attaccati.
Uno dei fratelli ha rifiutato di spostare il veicolo e di fornire i documenti, arrivando a minacciare i vigili e a colpire al volto una degli agenti, una donna, facendola cadere a terra e causandole contusioni. Il fratello ha partecipato all'aggressione, che è stata ripresa da passanti e i video sono rapidamente diventati virali sui social media.
La violenza non si è fermata ai vigili. I due fratelli si sono poi scagliati contro i dipendenti di un ristorante vicino, ritenendoli responsabili di aver chiamato la polizia. Hanno lanciato uno sgabello, colpendo il presidente di Mio Italia Catania, Roberto Tudisco, che ha dovuto ricevere cure mediche a seguito dell'attacco. Anche i titolari del locale sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente, scatenando una rissa in strada.
L'intervento rapido delle forze dell'ordine ha permesso di fermare l'aggressione e di riportare la calma. I due uomini sono stati identificati e arrestati. Attualmente si trovano agli arresti domiciliari, in attesa del giudizio di convalida disposto dalla Procura.
L'amministrazione comunale ha espresso "massima solidarietà" ai vigili coinvolti nell'incidente. Il sindaco Enrico Trantino e l'assessore Alessandro Porto hanno condannato con fermezza l'accaduto, ribadendo che la violenza non sarà tollerata: "Chi pensa di poter agire impunemente a Catania si illude. Il fronte istituzionale è compatto nel contrastare e reprimere ogni forma di sopraffazione".
Anche il Presidente del Consiglio Comunale, Sebastiano Anastasi, ha manifestato la sua vicinanza agli agenti aggrediti, sottolineando la necessità di un piano operativo per fermare l'escalation di violenza in città: "Non possiamo permettere che la vita o l'incolumità di chi lavora per tutelare la comunità venga messa a rischio".