Procedure senza trasparenza e rischi di infiltrazione criminale, è questo l'allarme lanciato dall'Ance, l'associazione dei costruttori. Un quadro allarmante emerge dagli ultimi dati sulla gestione degli appalti pubblici in Sicilia, con particolare preoccupazione per la provincia di Palermo. Secondo l'Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), tre quarti dei lavori pubblici sotto i cinque milioni di euro vengono affidati senza gara, attraverso procedure che rischiano di favorire la corruzione e aprire spazi alle infiltrazioni mafiose. Questa situazione genera grande apprensione non solo tra i costruttori, ma anche tra gli operatori economici e le istituzioni, che temono l’aumento dell’opacità nel settore.
Numeri preoccupanti - Nei primi nove mesi del 2024, solo nella provincia di Palermo, quasi 120 milioni di euro di lavori pubblici sono stati assegnati senza una procedura di gara aperta, favorendo una gestione discrezionale degli appalti. A sollevare dubbi non è solo la modalità di affidamento, ma anche la liberalizzazione del subappalto, che può ampliare ulteriormente il rischio di aggiramenti normativi. Questi numeri dipingono uno scenario in cui, troppo spesso, le commesse pubbliche finiscono nelle mani di pochi soggetti senza che venga garantito un vero confronto concorrenziale.
La voce dell’Ance: trasparenza e sicurezza - Giuseppe Puccio, presidente dell'Ance Palermo, ha ribadito l'urgenza di affrontare il tema della trasparenza negli appalti pubblici. "Siamo profondamente preoccupati dalla mancanza di concorrenza e dalla discrezionalità che deriva dall’affidamento diretto dei lavori – ha dichiarato Puccio –. La liberalizzazione del subappalto non fa altro che peggiorare una situazione già compromessa, aprendo ulteriormente la porta a comportamenti opachi e a possibili infiltrazioni criminali".
Le nuove regole e i dubbi - Con l’introduzione del nuovo Codice degli Appalti, che semplifica molte delle procedure, l’Ance esprime il timore che la situazione possa peggiorare, specialmente con l'estensione degli affidamenti diretti per le opere sotto i cinque milioni di euro. In base ai dati analizzati dall'associazione, il 70% dei lavori pubblici nella provincia di Palermo è stato assegnato senza una vera gara pubblica. Questo non solo aumenta il rischio di corruzione, ma limita gravemente la concorrenza, penalizzando le piccole e medie imprese che non riescono a competere.
L'appello alle istituzioni - L’Ance ha lanciato un appello alle istituzioni, invitandole a ripristinare pratiche trasparenti e procedure concorrenziali. Anche il Prefetto di Palermo, Massimo Mariani, ha espresso preoccupazione per il sistema degli appalti pubblici, sottolineando come sia necessario "immunizzare" il settore dai rischi di infiltrazioni mafiose e di corruzione. "La discrezionalità nelle procedure e la mancanza di controllo rischiano di essere terreno fertile per la criminalità organizzata", ha affermato il Prefetto.
Ordini professionali e buone pratiche - Accanto all'Ance, anche gli ordini professionali si sono schierati a favore di una maggiore trasparenza, richiedendo l’introduzione di criteri più stringenti per la gestione delle commesse pubbliche. Il dibattito verte anche sulle "buone pratiche" da adottare per garantire che i lavori pubblici siano affidati nel rispetto della concorrenza e della legalità. L'Ance propone che venga rafforzato il sistema di controllo, con un monitoraggio più rigoroso sulle assegnazioni dirette, affinché non si trasformino in un'opportunità per corrotti o criminali.
La situazione descritta dall'Ance è estremamente delicata e richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni. L’affidamento diretto di gran parte degli appalti, senza una trasparente gara pubblica, rappresenta un rischio troppo grande per la legalità e l’economia siciliana. Per evitare che la discrezionalità diventi il terreno ideale per la corruzione e l'infiltrazione mafiosa, è necessario ripristinare al più presto meccanismi di controllo chiari e trasparenti, garantendo che le opere pubbliche non diventino preda di interessi illegali.