Che figuraccia. I migranti che il governo Meloni aveva deciso di deportare in Albania devono tornare indietro. E' illegale.
I giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma hanno stabilito che i sedici migranti portati in Albania (poi diventati dodici) devono tornare in Italia. Tutti. Nessuno escluso.
La motivazione è molto semplice e a eccezione del Governo era già chiara a tutti i giuristi: Egitto e Bangladesh, Paesi di provenienza dei migranti, non possono essere considerati “sicuri”.
Un Paese, infatti, per essere “sicuro”, lo deve essere per tutti, minoranze comprese. Cosa che Egitto e Bangladesh non sono. Di conseguenza, il protocollo Italia-Albania non è applicabile. E i migranti, pertanto, devono essere riportati in Italia.
Ricapitolando: l’Italia ha pagato quasi un miliardo di euro per costruire due centri in Albania che resteranno vuoti e 300.000 euro per trasportare 16 migranti che ora dovranno tornare in Italia.
La sezione immigrazione del Tribunale di Roma ha deciso di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) italiano di Gjader, in Albania. Il provvedimento di trattenimento, disposto dalla Questura di Roma lo scorso 17 ottobre, riguardava dodici stranieri, parte di un gruppo di 16 migranti (dieci provenienti dal Bangladesh e sei dall'Egitto) trasportati in Albania dalla nave Libra della Marina Militare Italiana.
Con la decisione del Tribunale, i richiedenti asilo saranno riportati in Italia, poiché non possono rimanere nelle strutture albanesi ma neanche essere lasciati liberi sul territorio del paese balcanico. La Marina Militare provvederà al loro rientro, previsto per domani, con destinazione Bari. Una volta in Italia, saranno trasferiti in un centro di accoglienza, dove potranno presentare ricorso entro due settimane per richiedere protezione internazionale.
Secondo quanto scritto dai giudici del Tribunale di Roma, i Paesi di provenienza dei migranti, Bangladesh ed Egitto, non possono essere considerati sicuri, anche in virtù di una recente sentenza della Corte di Giustizia europea. Il tribunale ha inoltre affermato che manca la base giuridica per trattenere i migranti in Albania, evidenziando come tali individui potranno riacquisire la loro libertà soltanto una volta rientrati in Italia.
Questa ordinanza, simile a quelle già emesse da altri tribunali italiani, pone seri dubbi sull'efficacia dell'intero piano albanese, un progetto del governo italiano che prevede un investimento di oltre 600 milioni di euro in cinque anni. Il piano del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, prevede una procedura accelerata di rimpatrio per i cittadini di Paesi considerati "sicuri". Tuttavia, la Corte di Giustizia ha stabilito che solo i Paesi che offrono protezione a tutte le categorie di individui, senza discriminazioni, possono essere considerati sicuri, cosa che non riguarda molti dei 22 Paesi elencati dall’Italia.