Nonostante le abbondanti piogge che hanno colpito la Sicilia negli ultimi giorni, i siciliani continuano a subire i razionamenti d'acqua nelle loro abitazioni. Un paradosso che si è ripetuto ancora con le dighe che hanno dovuto aprire i bocchettoni per far defluire l'acqua in eccesso direttamente in mare. Questo avvenimento ha suscitato indignazione tra i cittadini, i quali, nonostante l'acqua abbondante, vedono sfumare la speranza di un alleggerimento dei razionamenti idrici che gravano sulle loro vite.
Il leader del Movimento 5 Stelle in Sicilia, Nuccio Di Paola, ha denunciato la situazione: “Le dighe sono piene di detriti, e la Regione ordina di buttare l’acqua in mare perché non si è fatta la manutenzione”. Un’accusa pesante che mette in evidenza la mancanza di interventi strutturali per risolvere un problema che si trascina da decenni.
La storia si ripete: già nel 2018, l’ex presidente della Regione Nello Musumeci denunciava la scarsa manutenzione degli alvei dei fiumi e prometteva di mettere in sicurezza le dighe, liberandole dai detriti che riducono la loro capacità fino all’80%. Tuttavia, dopo più di due anni, poco è stato fatto e gli impianti non sono stati collaudati, nonostante le promesse di avviare interventi straordinari.
Secondo il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, la realtà è ancora più sconfortante: “Non è piovuto nelle zone di raccolta degli invasi”, ha dichiarato. Tuttavia, il problema più grande è che, quando l'acqua arriva, le dighe non riescono a trattenerla. Questo accade perché gli impianti di accumulo sono pieni di detriti e non sono stati adeguatamente manutenuti.
Il Movimento 5 Stelle ha annunciato che proporrà un emendamento nella manovra di fine anno per stanziare fondi destinati alla rimozione dei detriti dalle dighe, trattandoli come rifiuti speciali. Tuttavia, il costo stimato per questa operazione è altissimo: ogni tonnellata di fango tolta dai fondali costerebbe almeno 100 euro, con un costo totale che potrebbe raggiungere centinaia di milioni di euro. Alcuni funzionari regionali, sotto anonimato, hanno affermato che sarebbe più economico costruire nuove dighe piuttosto che ripulire le vecchie.
In un contesto di emergenza idrica come quello che vive la Sicilia, questa situazione appare come una vera e propria beffa per i cittadini, costretti a subire i razionamenti anche in periodi di piogge abbondanti.