La nave Libra della Marina Militare si prepara a salpare dal porto di Messina e torne nei pressi di Lampedusa. L’obiettivo sarà monitorare gli arrivi dei migranti e gestire i trasferimenti verso l’Albania, come stabilito dal recente accordo siglato con Tirana. Attualmente, il centro di accoglienza di Gjader è vuoto: a metà ottobre, i primi migranti erano stati trasferiti lì, ma 4 di loro, minorenni e considerati vulnerabili, sono stati rapidamente riportati in Italia. Gli altri 12 sono stati rimpatriati due giorni dopo, a seguito di una decisione del tribunale di Roma, che ha fatto riferimento a una sentenza europea.
La questione principale rimane la definizione di “paese sicuro.” Il governo ha stabilito una lista ufficiale, ma di recente il tribunale di Bologna ha chiesto alla Corte di Giustizia europea di chiarire i criteri necessari per identificare un paese come sicuro per la provenienza dei migranti. Questo tema è particolarmente sentito nel caso di Shamsul, un trentenne originario del Bangladesh, a cui è stata respinta la richiesta di protezione internazionale. “Voglio solo lavorare. Nel mio paese rischio il carcere per un debito di poche migliaia di euro che non posso saldare, e la mia famiglia è minacciata dagli usurai,” racconta Shamsul.
Il suo avvocato precisa che il ricorso non ha motivazioni politiche, ma mira unicamente a ottenere una corretta applicazione delle leggi. Anche il presidente delle Camere Penali conferma questa posizione, sottolineando che il tribunale di Bologna ha agito con grande cautela e senza l’intento di sfidare le scelte politiche.