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06/11/2024 06:00:00

Tensioni politiche in Sicilia: scontro tra Schifani e Turano, frizioni sul reddito di povertà e stallo nelle riforme

 Di rapporti idilliaci con Mimmo Turano, assessore regionale all’Istruzione e Formazione, il presidente della Regione Renato Schifani non ne ha mai avuti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la recente mossa di Turano che, in commissione Bilancio, ha proposto e fatto approvare una norma che modifica quella precedentemente voluta dal governo e riguardante il prestito d’onore agli studenti universitari.

La nuova norma prevedrebbe un maggiore coinvolgimento degli Ersu per l’erogazione del finanziamento, voluta non solo da Turano ma anche dalle opposizioni. Ed è proprio su questo punto che si sono accese le critiche. Schifani ha richiesto che il testo torni a essere quello precedente, e si prevede uno scontro sulla questione.

Allo stesso modo, i rapporti tra Schifani e Fratelli d’Italia sono tesi in merito al cosiddetto reddito di povertà, lanciato dal governatore dal palco di Santa Flavia durante la convention nazionale di Forza Italia. I meloniani non sono convinti della misura e chiedono modifiche, a partire dai destinatari del reddito, puntando a restringere i requisiti per non estenderlo a tutti i residenti in Sicilia da almeno cinque anni con un Isee inferiore a 5mila euro. I destinatari, secondo Fratelli d'Italia, dovrebbero includere solo coloro che “non possono lavorare” e categorie specifiche come le madri disoccupate con figli minori. La norma generale sarà definita tramite decreto dall’assessorato competente.

Nel vertice di maggioranza, tenutosi lunedì pomeriggio a Palermo, è stata affrontata anche la questione delle Province: si voterà con elezione di primo livello. In Aula arriverà il testo che reintroduce l’elezione diretta, sebbene sia stato già bocciato due volte. Sarà necessario trovare le coperture finanziarie per consentire il ritorno alla norma che prevede indennità per consiglieri e assessori della giunta, oltre che per il presidente eletto.

La Consulta, qualche giorno fa, ha chiesto l’immediato voto di secondo livello e l’interruzione dei commissariamenti. Si prevede tuttavia che vi siano i margini per evitare un’ulteriore impugnativa: prima dell'intervento del Governo centrale, l’ARS dovrebbe avere il tempo per votare e approvare la legge per l’elezione diretta. A sostenere la riforma è Salvo Pugliese, senatore di Fratelli d’Italia, che ha garantito l’inserimento nella legge di stabilità nazionale, da votare entro dicembre, di una norma che fornisca copertura alla riforma regionale.

Il vertice è stato utile anche per definire una road map di governo alla quale hanno partecipato, oltre al presidente della Regione e all’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, i segretari e i capigruppo parlamentari dei partiti di centrodestra dell’Ars: Fi, FdI, Dc, Mpa, Lega e Noi Moderati. Raggiunta anche un'intesa sulla destinazione ai Comuni delle royalties sugli idrocarburi e sull’incremento dei fondi di bilancio a favore dei Comuni e delle ex Province per l’Asacom, l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità.

Ultimo argomento trattato è stato il “caro voli”. Per attenuare l’impatto dell’aumento dei prezzi nel periodo natalizio, dal 15 dicembre al 15 gennaio la Regione aumenterà la percentuale di rimborso del costo dei biglietti per i residenti in Sicilia.

L’Anci Sicilia sollecita un intervento sullo stato finanziario e normativo: “Siamo fortemente preoccupati per la grave situazione di stallo normativo che riguarda gli enti locali dell’Isola, da troppo tempo in attesa dell’approvazione di norme importanti come il DdL Enti locali, delle elezioni degli enti intermedi, rinviate da oltre 10 anni, e di un confronto sulle proposte avanzate dall’Associazione sullo status degli amministratori. Inoltre, persiste una grave disattenzione per gli enti locali nella distribuzione delle risorse finanziarie da parte della Regione. Saranno questi i principali temi che sottoporremo al presidente Galvagno”.

A criticare le variazioni di bilancio è la deputata del PD Valentina Chinnici: “In questa manovra di variazioni al bilancio c’è una grande assente: la scuola. L’assessore all’istruzione si compiace di investire 5 milioni di euro per la didattica immersiva, non sapendo che le scuole sono già sommerse di fondi per il digitale dal PNRR, mentre mancano risorse per le esigenze veramente essenziali, come abbiamo fatto notare in Commissione istruzione. Per questo abbiamo presentato emendamenti indispensabili per garantire il diritto allo studio, riguardanti mense, trasporto scolastico, fondi per gli assistenti igienico-personali e per l’assistenza alla comunicazione (ASACOM), per permettere alle scuole di acquistare strumenti didattici utili e per allestire laboratori adeguati, senza inseguire mode effimere che non tengono conto dei bisogni reali delle scuole”.

DI PAOLA. “Siccità, sanità, rifiuti, formazione, famiglie e Comuni alla canna del gas e via discorrendo: la Sicilia è alle prese con mille emergenze e il governo che fa? Torna per l’ennesima volta alla carica per ripristinare le elezioni dirette delle Province già bocciate e lo fa provando a stanziare 20 milioni di euro”.

Lo afferma il deputato e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola a margine dei lavori della commissione Bilancio sul ddl sulle Province.

“La norma – dice Di Paola – è stata approvata in commissione, ovviamente col nostro voto contrario. Con le elezioni dirette i costi per le Province crescerebbero notevolmente rispetto alle elezioni di secondo grado e non solo per i 5 milioni aggiuntivi che occorrerebbero solo per le operazioni elettorali. È scandaloso che questo governo torni sull’argomento già bocciato dall’Ars, delegittimando clamorosamente il Parlamento. La verità vera e che la politica non vuole l’organo provinciale e che si continua a fare melina per prorogare i commissari”