Il carcere di Trapani come una zona franca, dove tutto era possibile. Lo dice il Procuratore di Trapani Paci in merito all'indagine che oggi ha portato a numerosi arresti tra gli uomini della polizia penitenziaria del carcere "Pietro Cerulli".
Un quarto dell’organico della polizia penitenziaria del carcere Pietro Cerulli di Trapani è sotto indagine per episodi di violenza che vanno dall'intimidazione alla tortura. L'inchiesta, che coinvolge 55 indagati, ha portato alla luce una realtà sconvolgente, definita dal procuratore Gabriele Paci come una vera "zona franca", dove la legge sembrava sospesa e la violenza gratuita e sproporzionata era diventata una prassi.
Tra i casi più gravi accertati, detenuti fatti spogliare e umiliati, scherniti anche in gruppo, e vittime colpite con lanci di acqua e urina. Atti disumani che non risparmiano nemmeno persone con problemi psichiatrici, sia italiane che straniere, accomunate da una condizione di vulnerabilità. “È inconcepibile che chi riveste un ruolo istituzionale si renda protagonista di simili atti”, ha sottolineato il procuratore Paci, qualificando molti episodi come veri e propri atti di tortura.