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29/11/2024 06:00:00

Economia siciliana in chiaroscuro. Cresce il PIL, ma ci sono ancora tanti ritardi. I numeri

Economia siciliana in chiaroscuro. Il Pil aumenta, ma restano le difficoltà per le famiglie e la disoccupazione resta alta. E' quanto emerge dai dati della Banca d'Italia.

Nel primo semestre del 2024, l’economia siciliana ha registrato una crescita del prodotto interno lordo di circa l’1% rispetto all’anno precedente, un dato superiore alla media nazionale e del Mezzogiorno. Tuttavia, dietro questo risultato incoraggiante si celano alcune difficoltà settoriali e ritardi infrastrutturali che mettono in luce la fragilità del sistema economico regionale.

 

Imprese: costruzioni in ripresa, ma l’industria è in stallo
L’industria siciliana mostra segnali di stagnazione, con consumi energetici in calo e investimenti ridimensionati. Nonostante le esportazioni complessive siano cresciute dell’1,8%, a trainarle sono stati principalmente i prodotti petroliferi (+3,7%), mentre i beni non petroliferi hanno subito una contrazione dell’1%.

Il settore delle costruzioni, invece, ha beneficiato del sostegno pubblico grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Le ore lavorate sono aumentate del 3,7%, anche se l’edilizia residenziale è stata penalizzata dalla riduzione degli incentivi fiscali. Le compravendite immobiliari sono scese dell’1,7%, riflettendo una domanda interna ancora debole.

 

PNRR: appalti in ritardo, cantieri al rallentatore
Nonostante il PNRR rappresenti un’opportunità storica, in Sicilia i progressi sono lenti. Su oltre 2.000 gare d’appalto bandite, solo il 41% ha visto l’avvio o la conclusione dei lavori. Si tratta di un ritardo significativo che rischia di compromettere i benefici attesi dalle opere pubbliche, essenziali per il rilancio economico della regione.

 

Mercato del lavoro: cresce l’occupazione, ma il tasso di disoccupazione resta alto
Il mercato del lavoro ha segnato un progresso importante: l’occupazione è cresciuta del 4,3%, con un aumento significativo tra le donne e i lavoratori dipendenti. Il tasso di occupazione ha raggiunto il 45,9%, mentre la disoccupazione è scesa al 14,1%.

Tuttavia, il lavoro precario continua a caratterizzare il panorama siciliano. Le assunzioni a tempo determinato sono aumentate, mentre quelle a tempo indeterminato hanno registrato un rallentamento. Questo pone interrogativi sulla qualità della crescita occupazionale.

 

Famiglie: migliorano i redditi, ma i consumi rimangono prudenti
Grazie a un’inflazione contenuta (0,8%), il reddito disponibile delle famiglie siciliane è aumentato del 4,2% in termini nominali (+3% in termini reali). Tuttavia, la crescita dei consumi (+0,5%) è rimasta timida, segno di una persistente incertezza economica.

Le misure di sostegno, come l’Assegno di Inclusione, hanno offerto un aiuto concreto a oltre 130.000 famiglie, con un importo medio mensile di 638 euro. Anche l’Assegno Unico per i figli ha raggiunto 563.000 famiglie, contribuendo a mitigare le difficoltà economiche.

 

Credito e risparmi: prestiti in calo, ma i depositi crescono
Il mercato del credito ha evidenziato una contrazione dello 0,3% nei prestiti al settore privato, con un calo marcato nel comparto delle costruzioni. La domanda di credito è aumentata, ma le banche hanno mantenuto criteri di concessione restrittivi.

Sul fronte dei risparmi, invece, le famiglie e le imprese siciliane hanno incrementato i depositi bancari (+2,1%) e il valore dei titoli (+21,1%), trainato dalle nuove emissioni di titoli di Stato.

 

Uno scenario in chiaroscuro
Se da un lato l’economia siciliana mostra segnali di ripresa, dall’altro persistono criticità strutturali che richiedono interventi più incisivi e rapidi. Il ritardo nei cantieri del PNRR, le difficoltà del settore industriale e la precarietà del mercato del lavoro rappresentano sfide che non possono essere ignorate. Al contempo, la crescita del reddito e l’aumento dei risparmi offrono una base su cui costruire un rilancio più sostenibile. La Sicilia è a un bivio: trasformare questa ripresa iniziale in un progresso duraturo richiederà maggiore coesione tra istituzioni, imprese e cittadini.