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01/12/2024 06:00:00

L'allarme salmonella in provincia di Trapani. Acqua ancora vietata

Cloro nelle cisterne e corsa all'acquisto delle bottiglie d'acqua. L'allarme salmonella in alcuni comuni della provincia di Trapani non è ancora del tutto rientrato. Anche se la situazione sembra essere sotto controllo. Non sono stati rilevati, al momento, casi di salmonellosi, le scuole sono rimaste aperte, e i comuni si sono dati da fare per disinfettare le riserve accumulate. 

Nei giorni scorsi Siciliacque ha rilevato la presenza del batterio nel sistema idrico proveniente dalla diga Garcia e potabilizzato presso l’impianto di Sambuca di Sicilia. Coinvolti 15 comuni del Trapanese e tre comuni dell’Agrigentino. Nonostante non si registrino casi di infezione, l’allarme ha spinto i sindaci ad adottare misure urgenti per limitare l’uso dell’acqua su indicazione dell'Asp di Trapani. 

Ma ci si interroga sulle cause di questa contaminazione, in un periodo in cui la siccità sta mettendo in ginocchio la Sicilia e crea anche tensioni tra le comunità. 

GLI INTERVENTI
Siciliacque, responsabile della rete idrica, ha avviato le operazioni di sanificazione, utilizzando un’iperclorazione per debellare il batterio. L’Asp ha intanto raccomandato di utilizzare acqua confezionata per usi alimentari e domestici, bollendo quella del rubinetto per almeno tre minuti prima di ogni utilizzo. È prevista una normalizzazione della situazione entro 24-48 ore, con ulteriori analisi in corso per confermare il ripristino della sicurezza.

 

LA CORSA ALLE BOTTIGLIE D’ACQUA

In alcune città  è esplosa la psicosi dopo l’allarme salmonella nelle reti idriche. Nella notte successiva alla comunicazione, i cittadini hanno preso d’assalto i punti di distribuzione d’acqua potabile e i supermercati, svuotando gli scaffali di bottiglie e disinfettanti.
Ad Alcamo, ad esempio, presso il distributore automatico di via Ciaccio, lunghe file si sono formate già dalle prime ore del mattino, con cittadini in attesa di rifornirsi di acqua per uso domestico. Nei supermercati, invece, l’Amuchina e i prodotti simili sono rapidamente scomparsi dagli scaffali, insieme all’acqua confezionata.
Il sindaco Domenico Surdi ha invitato la popolazione alla calma, sottolineando che l’emergenza è sotto controllo e che le autorità sanitarie stanno lavorando per garantire la sicurezza dell’acqua. Tuttavia, il clima di incertezza continua ad alimentare l’apprensione tra i cittadini.

L’ALLARME DELLA CISL: "SERVONO INTERVENTI STRUTTURALI"
La Cisl Palermo Trapani ha espresso forte preoccupazione per la situazione.  “Ci allarma il rischio di presenza del batterio della salmonella nella rete di distribuzione di 15 comuni del trapanese, ci auguriamo che Siciliacque possa risolvere al più presto e che i sindaci si attivino subito con l’ordinanza di divieto di potabilità dell’acqua, perché a rischio c’è la salute dei cittadini”. Ad affermarlo sono la segretaria generale Cisl Palermo Trapani Federica Badami e il segretario generale Femca Cisl Palermo Trapani Andrea Perrone, dopo aver appreso dell’allarme lanciato ieri dall’Asp di Trapani, per avvisare i sindaci di 15 Comuni della provincia invitandoli a limitare l’uso dell’acqua della rete idrica comunale. “Massima attenzione deve esserci non solo per il consumo domestico ma anche nelle reti che riforniscono le scuole del territorio”. Badami e Perrone concludono: “Riteniamo necessario valutare la programmazione di ulteriori interventi di prevenzione, affinché questi episodi non avvengano più”. "L'emergenza idrica che stiamo attraversando resta una delle cause più gravi, tali da aver peggiorato la situazione degli invasi, della potabilizzazione e distribuzione. Chiediamo a sostegno delle famiglie, che stanno affrontando disagi aggiuntivi per un bene primario, ed essenziale che è l’acqua, che venga programmato un sistema di monitoraggio, tra le Asp e Siciliacque, idoneo a fornire un efficace e solerte riscontro, che possa servire ad individuare le cause d’inquinamento nei tempi più brevi possibili, per evitare di coinvolgere l’utenza" .

COLPA DELLE CONDIZIONI DELLE DIGHE?
Secondo Legambiente, le condizioni delle dighe siciliane rappresentano un grave fattore di rischio. Il ristagno di acqua a causa delle scarse piogge potrebbe aver favorito la proliferazione del batterio. «Siamo di fronte a rischi gravissimi – afferma Beppe Amato di Legambiente – c’è poca acqua, i pesci rischiano di morire e le condizioni generali continuano ad aggravarsi».

Il presidente dell’Ordine dei Biologi di Sicilia, Alessandro Pitruzzella, elenca altre possibili cause, tra cui infiltrazioni da reflui agricoli, guasti a fognature non separate dagli acquedotti o perdite di pressione nella rete idrica. Sebbene le cause esatte siano ancora da determinare, queste situazioni evidenziano l’urgenza di interventi strutturali per prevenire ulteriori episodi.

 

LE SOLUZIONI PER RIPRISTINARE LA NORMALITÀ
Sanificare una rete idrica contaminata da salmonella richiede interventi rapidi e mirati. Il metodo più utilizzato è la clorazione, che elimina i batteri in modo efficace, ma deve essere attentamente dosata per evitare composti chimici dannosi come i trialometani. Altre opzioni includono il biossido di cloro, più performante, o l’ozono, che non lascia residui ma richiede apparecchiature costose.

I trattamenti fisici, come i filtri a membrana e i raggi ultravioletti ad alta intensità, possono bloccare il batterio alla fonte. Tuttavia, il presidente Pitruzzella avverte: «È necessario un approccio combinato di trattamenti chimici e fisici, accompagnato da monitoraggi costanti per evitare che il batterio torni a proliferare una volta sanificata la rete».

 

COSA DEVONO FARE I CITTADINI?
Nel frattempo, i cittadini sono invitati a seguire alcune precauzioni per proteggere la salute:

Evitare l’acqua del rubinetto per bere o cucinare, a meno che non venga bollita per almeno tre minuti.
Utilizzare acqua confezionata per lavare i denti e preparare alimenti.
Per l’igiene personale, preferire bagni con acqua bollita o sanificata, evitando le docce.
La salmonellosi, infatti, può causare gastroenterite acuta, diarrea, febbre, dolori addominali e, nei casi più gravi, meningite o infezioni sistemiche. La prevenzione e il rispetto delle ordinanze restano fondamentali per contenere i rischi.