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09/12/2024 06:00:00

Siccità in Sicilia: tra emergenza e speranza per la Diga Trinità e la crisi dell'Ancipa

La Sicilia continua a vivere una situazione drammatica sul fronte della gestione delle risorse idriche. Mentre alcune piogge recenti hanno temporaneamente alleviato la pressione su alcuni bacini come quello dell'Ancipa, la crisi legata alla siccità e alla cattiva gestione infrastrutturale come per la Diga Trinità, richiede interventi strutturali e urgenti. Gli ultimi sviluppi dimostrano come la regione sia stretta in un complesso intreccio di problemi ambientali, sociali e gestionali.

Diga Trinità,  I Guardiani del Territorio consegnano documento al Ministero Infrastrutture
L’associazione I Guardiani del Territorio ha consegnato al Ministero delle Infrastrutture un documento strategico sulla crisi della Diga Trinità di Castelvetrano. Questoinvaso, fondamentale per l’agricoltura e l’approvvigionamento idrico della zona, è al centro di una situazione critica. Grazie all’impegno di uno dei soci, Leonardo Curatolo, è stato consegnato nei giorni scorsi al Dirigente Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L'importante risultato è il frutto delle
relazioni intrattenute da Curatolo nelle sedi ministeriali, che hanno permesso alla proposta dell’associazione di arrivare nei luoghi decisionali.
Il documento, frutto di un lavoro scrupoloso e condiviso, analizza in dettaglio le problematiche della diga e offre soluzioni concrete e sostenibili per risolvere definitivamente le criticità. Durante l’incontro, i tecnici ministeriali hanno espresso grande apprezzamento per il contenuto della proposta, riservandosi di valutarla attentamente. Hanno inoltre annunciato l’intenzione di convocare un tavolo tecnico per approfondire le soluzioni prospettate e programmare interventi concreti. Nei giorni scorsi, la stessa proposta era stata presentata a Marsala all’Assessore Regionale all’Agricoltura, che aveva sottolineato l’importanza di intervenire con urgenza per tutelare il settore agricolo e le comunità locali. “Siamo orgogliosi che la nostra proposta sia giunta al cuore dei processi decisionali, grazie all’impegno e alla determinazione di Leonardo Curatolo,” ha dichiarato il Presidente dell’associazione. “Questo risultato conferma che il lavoro di rete e il dialogo con le istituzioni sono fondamentali per portare avanti battaglie strategiche per il nostro territorio.”

Musumeci: “28 milioni per la crisi idrica della Sicilia”
Sul fronte delle risorse, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha annunciato uno stanziamento di 28 milioni di euro per affrontare la crisi idrica in Sicilia. Questa cifra si aggiunge ai 20 milioni già deliberati dal governo nazionale a maggio, quando fu dichiarato lo stato di emergenza nazionale per la siccità. Musumeci ha spiegato che i fondi saranno utilizzati per completare attività previste dal Codice di Protezione Civile e per avviare interventi urgenti, sottolineando come l’istruttoria condotta a livello nazionale sia stata accurata e basata su esigenze tecniche. Tuttavia, mentre lo stanziamento rappresenta un passo importante, restano dubbi sulla capacità della regione di tradurre queste risorse in soluzioni durature.

La crisi dell’Ancipa: una “guerra tra poveri” per l’acqua
La Diga Ancipa, in provincia di Enna, è stata al centro di una protesta che ha acceso i riflettori su una situazione ormai insostenibile. Lo scorso 30 novembre, cinque sindaci dei Comuni di Troina, Gagliano, Cerami, Nicosia e Sperlinga, accompagnati da circa 200 cittadini, hanno occupato gli impianti di potabilizzazione per impedire che l’acqua fosse inviata a Caltanissetta e San Cataldo.La protesta nata dalla disperazione: i Comuni dell’Ennese dipendono dall’Ancipa, ma le riserve idriche erano scese al minimo storico, con soli 230.000 metri cubi d’acqua, meno dell’1% della capacità massima dell’invaso. La decisione di deviare temporaneamente l’acqua verso Caltanissetta, colpita da guasti ai pozzi, ha esasperato i residenti, già costretti a una turnazione dell’acqua che lascia le case a secco per giorni. Grazie alle piogge di inizio dicembre, le riserve dell’Ancipa sono salite a 700.000 metri cubi, ma la situazione resta critica. La Regione Siciliana ha istituito un monitoraggio continuo attraverso l’Osservatorio permanente sugli usi idrici, ma il rischio di nuove tensioni sociali è concreto.

Cattiva gestione e infrastrutture inadeguate
Oltre alla siccità, la crisi idrica in Sicilia è aggravata da decenni di cattiva gestione delle infrastrutture. La rete idrica dell’isola perde il 40% dell’acqua a causa di condutture obsolete e mai adeguatamente manutenute. La Regione ha annunciato interventi per il potenziamento delle reti e la costruzione di nuove condutture, come quella di Agrigento, ma i tempi sono lunghi e le risorse non sempre sufficienti.

Sopralluogo di Schifani - Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha recentemente sorvolato in elicottero i principali bacini dell’isola per valutarne le condizioni. Durante il sopralluogo, Schifani ha riconosciuto l’impatto positivo delle piogge recenti, ma ha anche evidenziato l’importanza di una gestione oculata: "Senza il razionamento imposto nei mesi scorsi, l’acqua dell’Ancipa si sarebbe esaurita già a settembre. Decisioni difficili, ma necessarie, hanno permesso di garantire riserve minime per tutti".

 

Le soluzioni in cantiere: dissalatori e risanamento della rete
Tra le strategie proposte, emerge l’idea di potenziare i dissalatori, utilizzando 90 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione per riattivare quattro impianti chiave. Parallelamente, si lavora alla depurazione delle acque reflue e al miglioramento della rete idrica. Tuttavia, molti cittadini restano scettici, temendo che i fondi non vengano utilizzati in modo efficace. La crisi idrica in Sicilia rappresenta una sfida complessa, dove fattori ambientali, sociali e gestionali si intrecciano. Mentre piogge sporadiche e interventi temporanei offrono sollievo, è chiaro che solo un approccio sistemico potrà garantire un futuro sostenibile per l’isola. L’impegno delle istituzioni, delle associazioni come i Guardiani del Territorio e delle comunità locali dimostra che la volontà di cambiare c’è. Ora resta da vedere se le risorse e le strategie saranno all’altezza delle aspettative e delle necessità di una Sicilia sempre più assetata.