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12/12/2024 06:00:00

Storia del polo di Castelvetrano, eterna incompiuta che ha perso 6 milioni

 Come abbiamo già scritto, la Regione Siciliana ha perso 338 milioni di euro.  Si tratta dei fondi dei piani di sviluppo e coesione “definanziati” dal governo nazionale. Tra questi ci sono anche i 6 milioni per il “riefficientamento del polo tecnologico di Castelvetrano.

Cosa è successo? Roma se li è ripresi perché il Governo intende usarli per qualcos’altro? Si tratta di tagli? E’ un colpo basso irresponsabile che cancella importanti opere in tutta l’isola contro la siccità o per la gestione dei rifiuti, l’illuminazione e il rifacimento delle strade? E’ la Meloni che ce l’ha con il sud?

 

Perché allora Roma li ha definanziati?

 

Il Cipess, il comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, li ha definanziati perché non sono state realizzate “obbligazioni giuridicamente vincolanti”. In poche parole, non è stata rispettata la tempistica di realizzazione dei progetti.

E’ colpa della politica regionale? Ma no, la politica fa delle scelte, appunto, politiche. E poi quelli di adesso devono fare i conti con le mancanze di quelli di prima. Allora dell’apparato burocratico amministrativo della Regione? Ma no, i responsabili hanno rispettato le procedure… Insomma, non è colpa di Roma e non è colpa di Palermo.

Possibile che a farne le spese debbano essere i comuni, che fanno sempre più fatica ad amministrare i propri territori? Considerando che tra dissesti, pre-dissesti, cronicità del debito tributario ed evasione fiscale, già hanno difficoltà a garantire i servizi ordinari, questa batosta non ci voleva proprio. Soprattutto per Castelvetrano e gli altri comuni della SRR Trapani Sud, che con quei 6 milioni di euro avrebbe potuto “riefficientare” il polo tecnologico di contrada Airone.

Che poi, anche lo stesso termine (“riefficientare”) è figlio del disastro travestito da ripartenza. Come se un tempo, efficiente lo fosse già stato, ma non abbastanza e avesse bisogno solo di un potenziamento.

 

Peccato che non sia così. Infatti il Polo Tecnologico di Castelvetrano è un’opera incompiuta. Un progetto che diversi anni fa aveva ottenuto un finanziamento europeo di 10 milioni e mezzo di euro che prevedeva, oltre all’impianto per la trasformazione in compost dell’organico, anche quello per la selezione e valorizzazione delle frazioni secche (carta, cartone, plastica, vetro e alluminio), un centro di raccolta, un’autorimessa e perfino un laboratorio di ricerca e centro multimediale.

 

Quando nel 2010 fu inaugurato il primo impianto di compostaggio, c’erano i sindaci, l’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo, persino il vescovo. E, ovviamente, il presidente della Belice Ambiente, la società che si occupava della raccolta dei rifiuti in undici comuni del Trapanese, i cui soci erano i rispettivi sindaci.

Non è possibile penalizzare ATO virtuosi come questi – aveva affermato in quell’occasione Lombardo - Belice Ambiente è sulla buona strada,  l’esperienza di questa società, che di fatto è virtuosa, non potrà certamente essere cancellata”.

In realtà la Belice Ambiente era invece sulla cattiva strada. Cattivissima. Tanto da fallire clamorosamente sei anni dopo, con più di 80 milioni di debiti. Si dirà, però aveva cominciato bene. No, aveva cominciato male. Malissimo. Per dirne una, dal 2003 al 2004 era riuscita ad andare in rosso di quasi 700.000 euro, senza raccogliere un solo sacchetto di spazzatura, ma spendendo in un solo anno 93.000 euro di consulenze esterne, viaggi e spese di rappresentanza. Non c’era ancora l’amministratore unico, ma sette amministratori (ben pagati). Tra questi c’era anche il castelvetranese Giovanni Lo Sciuto. All’epoca promettente macchina elettorale che qualche hanno dopo, diventato assessore provinciale alla Sanità, aveva preteso una dettagliata relazione sulle analisi effettuate alle acque erogate dai pozzi e sulle condizioni della discarica di Contrada Favara-Rampante di Castelvetrano, dopo che era stata chiusa nel 2008 e la procura di Marsala aveva aperto un’inchiesta su un inquinamento da percolato.

Oggi Lo Sciuto è imputato per corruzione nel processo Artemisia, che però non c’entra nulla con i rifiuti, ma riguarda una presunta loggia massonica segreta.

 

E il polo tecnologico?

 

A parte l’impianto per il trattamento della frazione umida, completato nel lontano 2010, dopo 15 anni gli altri impianti sono rimasti solo sulla carta. E quello per il compostaggio, anche se ultimato, non è più attivo da anni. Perché? Perché ai tempi dell’ATO Belice, i soci sindaci avrebbero dovuto compartecipare al finanziamento europeo con tre milioni di euro. E siccome non comparteciparono, quel finanziamento fu revocato con la richiesta di restituzione delle somme già ricevute. Stavolta non per colpa del governo nazionale e nemmeno di quello regionale.

Il Polo, a parte essere usato come deposito di rifiuti indifferenziati da diversi comuni durante le emergenze, fu abbandonato. Messo all’asta diverse volte, sempre con un nulla di fatto, fin quando  la SRR Trapani Sud, “Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti”, fatta dai comuni che costituivano la Belice Ambiente, si è aggiudicata la struttura per circa 1 milione e 400 mila euro. Sempre sulla carta però, perché anche quella somma faceva parte di quei 6 milioni ormai revocati.

 

E le colpe?

 

Il governo nazionale non ha colpa: ha applicato la legge. Il governo regionale nemmeno: sconta i nodi della precedente amministrazione regionale. Anche i comuni non hanno colpa: ce la stavano mettendo tutta per attivare questo benedetto polo tecnologico.

Insomma, dopo una lunga storia di fallimenti, di malamministrazione e di sprechi, non paga mai nessuno. Se tutto quel debito della Belice Ambiente l’avesse avuto un’azienda privata, non sarebbe finita certo così. Così come la revoca di 338 milioni: se l’avesse subita un’azienda privata, i responsabili sarebbero stati cacciati con richieste di risarcimento da brivido. Ma questo è il settore pubblico. Qui le responsabilità si diluiscono fino a scomparire.

 

Egidio Morici