Diciassette arresti e un obbligo di dimora: questo è il bilancio dell’operazione antimafia condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). Le indagini hanno smantellato una rete mafiosa radicata nel territorio di Mazara del Vallo, rivelando un sistema di controllo economico e criminale orchestrato dal mandamento locale di Cosa Nostra.
Gli arrestati e i ruoli contestati
Tra gli arrestati spicca il nome di Domenico Centonze, allevatore e presunto braccio operativo del capo mandamento Dario Messina, attualmente detenuto. Centonze avrebbe assunto un ruolo chiave nelle attività mafiose: riscuotere crediti, gestire controversie anche con metodi violenti, organizzare un traffico di stupefacenti tra Palermo e Mazara del Vallo e controllare le aste fallimentari delle aree di pascolo. In carcere è finito anche Alessandro Messina, fratello di Dario Messina.
Un altro nome rilevante è quello dell’imprenditore Luigi Prenci, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Prenci, dal 2020, ha avviato una rete di supermercati a marchio Crai e ha diversificato le sue attività diventando armatore con pescherecci specializzati nella pesca del gambero rosso. Secondo gli inquirenti, la sua scalata imprenditoriale sarebbe avvenuta con il sostegno della mafia, a cui avrebbe garantito:
Posti di lavoro ad affiliati e loro parenti;
Aiuti finanziari per l’avvio di nuove attività;
Acquisto di beni all’asta, che ritornavano nella disponibilità di persone contigue all’organizzazione mafiosa.
Il controllo delle aree di pascolo
Gli investigatori hanno individuato un sistema capillare di controllo economico, in particolare nelle aree di pascolo. In questo contesto, sono finiti in manette Pietro Burzotta e Paolo Apollo, genero e cognato di Vito Gondola, storico reggente del mandamento e figura centrale nel sistema di comunicazione dei “pizzini” per Matteo Messina Denaro. Burzotta e Apollo avrebbero avuto un ruolo determinante nella gestione e spartizione delle aree.
I reati contestati
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di:
Associazione per delinquere di stampo mafioso;
Porto abusivo d’armi;
Turbata libertà degli incanti;
Estorsione;
Rapina;
Favoreggiamento personale.