Due nuove specie aliene nel mare siciliano.
ARPA Sicilia ha identificato due nuove specie aliene durante le attività di monitoraggio nel porto di Catania, segnando un importante passo avanti nella comprensione della biodiversità marina e dei fenomeni legati alla migrazione di specie non indigene.
Le nuove specie identificate sono il tunicato nero Phallusia nigra, mai segnalato prima nei mari italiani, e il crostaceo isopode Dynoides amblysinus Pillai, che fa il suo debutto assoluto nel Mediterraneo.
Le due specie alienePhallusia nigra
Originario dei mari tropicali, il tunicato nero è stato riscontrato per la prima volta nelle acque italiane. Questa specie era stata segnalata in passato nel Mediterraneo orientale, nelle acque di Israele, probabilmente introdotta attraverso le acque di zavorra delle navi che attraversano il Canale di Suez. Gli esemplari sono stati identificati su substrati duri all'interno del porto di Catania.
Dynoides amblysinus Pillai
Il crostaceo isopode, il cui areale naturale si estende dall'India all'Australia, è stato individuato per la prima volta nel Mediterraneo. È stato trovato nei campioni derivati da pannelli in PVC utilizzati per il monitoraggio. La scoperta rappresenta un primato assoluto, mai registrato prima nel nostro mare.
Le attività di ricerca si inseriscono nell’Accordo Operativo MASE-ISPRA-ARPA del 16 febbraio 2024, in attuazione della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina, con l’obiettivo di monitorare le specie non indigene (NIS) e i loro impatti sulla biodiversità autoctona.
Queste segnalazioni mettono in evidenza il ruolo chiave dei porti come punti di ingresso per le specie aliene, trasportate principalmente dalle acque di zavorra delle navi. Secondo Benedetto Sirchia, responsabile UOS Ambiente Marino Costiero e Acque di Transizione di ARPA Sicilia, il ritrovamento di queste specie sottolinea la necessità di un monitoraggio continuo e puntuale per valutare i rischi diretti e indiretti sulla biodiversità marina locale.
Collaborazioni internazionaliLa determinazione delle specie è stata possibile grazie alla collaborazione con esperti internazionali provenienti da università e istituzioni di ricerca, tra cui l'Università di Alicante, il Queensland Museum, l'Hiroshima University e l'Università di Barcellona.
Implicazioni ambientaliL’introduzione di specie aliene come Phallusia nigra e Dynoides amblysinus può avere effetti significativi sugli ecosistemi locali, alterando l’equilibrio naturale e mettendo a rischio le specie autoctone. Questi ritrovamenti richiamano l’attenzione sulla necessità di misure preventive, come il controllo delle acque di zavorra e il monitoraggio delle rotte navali.