Un mare di lacrime. Due famiglie distrutte da un omicidio. Lacerate dal dolore e sconvolti da quanto accaduto. Una non potrà mai più abbracciare il proprio caro, l'altra si trova a fare i conti con un gesto insensato.
Nemmeno per un attimo i familiari di Carmelo Alogna tentano di giustificare il fratello e ciò che ha fatto. Per i familiari della vittima hanno solo parole di comprensione, di compassione, di affetto, di pietà: loro non potranno mai più riabbracciare il proprio caro, Liborio Como, 53 anni, ucciso durante una lite fuori da un locale nel quartiere di san Giuliano, a Erice.
"Non ci sono parole per descrivere quello che stiamo provando" racconta una sorella di Carmelo, con gli occhi gonfi di pianto e la voce spezzata. "Mio fratello ha sbagliato nella sua vita, è vero, ma non avremmo mai immaginato potesse arrivare a tanto. Siamo sconvolti per la vittima e per quello che ha fatto Carmelo. Ci stringiamo al dolore della famiglia di Liborio".
La tragedia si è consumata govedì sera in via Urbino, davanti a un garage. Carmelo Alogna e Liborio Como, cugino dell'ex compagna di Alogna, si trovavano nei pressi del locale "A Putia" quando, secondo le prime ricostruzioni, è scoppiata una lite, probabilmente per motivi legati a questioni familiari. Durante il diverbio, Alogna avrebbe colpito Como con un'arma appuntita, forse un cacciavite, uccidendolo.
Nell’immediato nessuno dei parenti ha compreso l’accaduto: radunati a casa di un familiare, stavano passando una serata in allegria. Pur avendo sentito le sirene e il trambusto, il luogo del delitto è poco distante, nessuno ha pensato ad una tragedia simile. A turbare la serenità della serata, un primo contatto della polizia che, bussando alla porta, ha domandato di Carmelo, di cui nessuno aveva notizie, pensando fosse a lavoro.
L’uomo, ritenuto il presunto omicida da subito, si è poi presentato, alle prime ore dell’alba, spontaneamente a casa dei familiari.
"Carmelo era ubriaco e non ricorda nulla di quanto accaduto – continua la sorella in lacrime - Si è consegnato alla polizia perché ha capito di aver fatto qualcosa di terribile. Nonostante i suoi precedenti, stava cercando di rifarsi una vita. Lavorava e si prendeva cura dei suoi figli. Con noi era sempre affettuoso, mai aggressivo - continua la donna, piangendo disperata - Lo vedevamo sotto pressione, e gli abbiamo anche suggerito di rivolgersi a uno psicologo. Non capisco perché nessuno li ha separati (dice riferendosi a quella notte). Sarebbe bastato chiamarci e ce lo saremmo portati via. Siamo una famiglia, è mio fratello, ma ha sbagliato ed è giusto che paghi. Siamo sconvolti per Liborio e per i suoi familiari".
La famiglia di Alogna, distrutta dal dolore, si è detta addolorata per la vittima e ha collaborato con le forze dell'ordine. "È stato un gesto doveroso – spiega la sorella - Carmelo ha sbagliato, è giusto che paghi per quello che ha fatto". L’uomo, dopo essersi ripreso dai fumi dell’alcol, avrebbe preso coscienza dell’accaduto e sarebbe crollato emotivamente. "Voglio sottolineare la gentilezza e la comprensione dimostrata dalla polizia in questo momento così difficile per noi – aggiunge la donna -. Ci hanno ascoltato con pazienza e rispetto".
L'omicidio di Liborio Como ha sconvolto la comunità di San Giuliano. La vittima, un pizzaiolo benvoluto nel quartiere, lascia un vuoto incolmabile. Mentre gli inquirenti cercano di fare luce sulla vicenda, resta lo sgomento e la tristezza per una tragedia che ha segnato profondamente due famiglie.