Leonardo Gulotta, 32 anni, è stato assolto dal gup di Palermo Marco Gaeta con la formula “per non aver commesso il fatto”. Una vicenda che il suo legale, Mariella Gulotta, definisce una “brutta coincidenza”. L’accusa aveva richiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi, ipotizzando un coinvolgimento del giovane nella latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
La vicenda
Le accuse nascevano da un numero di telefono indicato nel 2007 in un contratto di assicurazione da Messina Denaro, che in quel periodo usava l’identità fittizia di “Massimo Gentile”. Quel numero, differente per una sola cifra da quello effettivamente usato dal boss, risultava intestato a Leonardo Gulotta, ma solo dal 2011, quando il giovane raggiunse la maggiore età.
“Nel 2007 il mio assistito aveva solo 15 anni e non poteva avere una sim a suo nome – spiega l’avvocato Gulotta –. Il certificato di attivazione del numero risale al 2011, come confermato dagli atti presentati dalla stessa procura”.
L’arresto e la detenzione
Il 27 marzo 2024, Leonardo Gulotta è stato arrestato dal ROS con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. “Non ho mai conosciuto Matteo Messina Denaro – dichiara Gulotta –. Ho lavorato per la famiglia Luppino (attualmente in carcere, ndr) solo in ambito lavorativo, con contratti stagionali nel 2019, 2022 e 2023”. La difesa ha sottolineato che il numero di telefono in questione era quasi identico a quello utilizzato dal boss, e che l’errore potrebbe essere stato commesso durante la compilazione del contratto d’assicurazione.
“Un incubo”
Gulotta ha trascorso due mesi nel carcere Pagliarelli di Palermo. “Ho sempre ribadito la mia innocenza – racconta a LiveSicilia –. Conoscevo Andrea Bonafede (classe ’63), ma non ho mai avuto rapporti con la mafia. Durante la detenzione ho pianto, non trovavo pace per quello che stava succedendo. Quando il giudice ha pronunciato l’assoluzione, ho pensato alle persone che mi sono state vicine in questo incubo che non auguro a nessuno”.