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24/01/2025 06:00:00

A Trapani, la "Culla per la Vita" che può salvare i neonati

Trapani ama la vita e la protegge: nel cuore della città c'è un presidio unico nel suo genere: la culla della vita. Non è mai stata usata ed è lì dal 2020 nella chiesa di San Pietro. Questo simbolo di accoglienza, purtroppo, è nato dalla tragedia di un neonato trovato privo di vita in un androne di un palazzo, abbandonato subito dopo il parto. Un episodio che ha scosso profondamente la comunità locale e portato la parrocchia, guidata da Don Giuseppe Brucculeri, a riflettere sull'urgenza di offrire un’alternativa concreta a situazioni di estrema difficoltà.

La culla della vita è una struttura concepita per consentire alle madri in difficoltà di lasciare i propri neonati in totale sicurezza e anonimato. Si tratta di un sistema semplice ma altamente tecnologico: una botola riscaldata, dotata di sensori hi-tech, che si attiva premendo un pulsante. Una volta aperto lo sportello, il neonato può essere adagiato su un materassino riscaldato, protetto da una copertina. Immediatamente, scatta un segnale che allerta i volontari della parrocchia, il personale del 118 e il reparto di neonatologia dell’ospedale più vicino. L’intero sistema è progettato per garantire la massima tutela del bambino e della madre.

La culla per la vita è innanzitutto un segno di speranza e di accoglienza - spiega Don Giuseppe - Qui, nella parrocchia di San Pietro, rappresenta un presidio unico in tutta la provincia di Trapani. Abbiamo lavorato con la diocesi per seguire l’iter necessario alla sua realizzazione, consapevoli che fosse un elemento essenziale per offrire un’alternativa concreta a chi si trova in una situazione di estrema difficoltà”.

Il progetto, oltre a fornire una soluzione pratica, porta con sé un messaggio potente: la vita è preziosa e merita di essere accolta e protetta. Don Giuseppe sottolinea che “la culla non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di supporto per le madri e di tutela per i neonati”.

La culla, incassata nella parete esterna della parrocchia, è accessibile 24 ore su 24. Una volta attivato il sistema, parte una procedura che coinvolge il personale medico e i volontari, pronti a intervenire per mettere in sicurezza il bambino. La parrocchia, in collaborazione con l’Asp di Trapani, si occupa di verificare il corretto funzionamento della struttura con controlli trimestrali.

Nonostante sia stata progettata per rispondere a situazioni di emergenza, la culla della vita di Trapani non è mai stata utilizzata. “In alcuni casi - racconta Don Giuseppe - abbiamo ricevuto falsi allarmi da persone che volevano solo curiosare. Tuttavia, il sistema funziona perfettamente e siamo pronti a intervenire qualora ce ne fosse bisogno”.

Accanto alla culla, la parrocchia offre anche informazioni sul parto in anonimato, un diritto garantito dalla legge italiana. “Vogliamo che le donne sappiano che esiste una rete di supporto -afferma Don Giuseppe - Il parto in anonimato è una possibilità sicura e protetta, pensata per garantire la serenità della madre e la salvaguardia del bambino”.

La culla della vita rappresenta quindi l’ultima possibilità per una madre in difficoltà. Tuttavia, l’obiettivo della parrocchia è quello di prevenire situazioni estreme, offrendo ascolto e sostegno alle donne che vivono momenti di crisi. “Accogliamo la vita in ogni sua forma - conclude Don Giuseppe - e cerchiamo di essere un punto di riferimento per chiunque abbia bisogno”.

La culla della vita di Trapani, con le sue istruzioni in italiano e in inglese, si rivolge a tutta la comunità, inclusi i cittadini stranieri. Questo approccio inclusivo sottolinea il valore universale del progetto: proteggere la vita e offrire speranza, indipendentemente dalle differenze culturali o linguistiche.

A Trapani, la culla della vita è un simbolo di solidarietà e umanità. Anche se non è mai stata utilizzata, rappresenta una risorsa fondamentale per la comunità, un punto fermo per chi si trova in difficoltà. “Il nostro desiderio -conclude Don Giuseppe - è che questa culla non debba mai essere necessaria, ma se lo fosse, sappiamo di aver fatto tutto il possibile per essere pronti”.