Per comprendere quanta credibilità abbiano i partiti, e i personaggi a loro correlati, basta osservare cosa accade nelle poltrone di sottogoverno.
Era solo il 5 ottobre del 2024, quindi appena 3 mesi fa, quando l’opposizione dura (ma non pura) di Italia Viva, che ha il suo leader siciliano in Davide Faraone, si presentava davanti Palazzo d’Orleans per protestare contro il governo di Renato Schifani.
La scenetta, qualunquista, ha visto sfilare i pochi dirigenti regionali renziani in accappatoio proprio a piazza Indipendenza a Palermo. Da lì un crescendo di opposizione contro Fratelli d’Italia e Forza Italia. Peggiori governo regionale e nazionale di sempre, questo il tenore dei post, con pochi like in verità, sulle pagine di Italia Viva Sicilia.
Ma per essere credibili, nella vita e soprattutto in politica, quando si vuole amministrare potere pubblico, bisogna essere consequenziali e soprattutto coerenti. Ciò che si dice si dovrebbe fare. Non è il caso di IV, almeno non in Sicilia, dove maldestramente Matteo Renzi continua ad affidare il partito al luogotenente Faraone, nonostante le ridicole percentuali elettorali e una spartizione di incarichi partitici ai soliti nomi, che non hanno nè voti nè opinione pubblica. Altrimenti le elezioni europee avrebbero avuto un risultato diverso.
Nel caso di IV Sicilia, una cosa fa la mano sinistra e un’altra la destra. Una cosa pensa il lobo destro, un’altra quello sinistro.
Il 29 gennaio la dirigente regionale del partito, Luisa La Colla, già coordinatrice provinciale renziana, ottiene un incarico nel sottobosco delle poltrone dell’assessore regionale ai Beni Culturali Francesco Scarpinato. Cioè Fratelli d’Italia. L’architetto La Colla, dirigente regionale di Italia Viva, viene incaricata “consulente, per mesi 12 a decorrere dalla data di formalizzazione del presente decreto, per “Attività connesse ai lavori dell'Osservatorio Regionale per la qualità del paesaggio e del Consiglio Regionale dei Beni Culturali, nonché per le iniziative del P.N.R.R.”
All’articolo 2 del decreto di conferimento incarico si legge: Alla Dott.ssa Luisa La Colla, per il periodo di durata dell'incarico, verrà corrisposto il compenso lordo mensile pari ad Euro 1.676,87 più I.V.A. se dovuta, oltre il rimborso degli oneri previdenziali previsti e previa autorizzazione, il rimborso delle spese sostenute per i viaggi e le permanenze fuori sede connesse all'espletamento dell'incarico, nonché il rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno nella città di Palermo, nei limiti previsti dalla normativa vigente per il personale dipendente dell'Amministrazione Regionale”.
La nomina scatena il putiferio, da una parte e dall'altra, e dura appena 24 ore. L'incarico è stato revocato già ieri.
Ma emerge tutta la contraddizione di Italia Viva, che in Sicilia non è nuova a queste modalità di imbarazzo e anche di doppia morale politica. Come il caso Valentina Falletta ricopre l’incarico di responsabile rapporti nazionali al Comune di Palermo, accanto al sindaco Roberto Lagalla, in una giunta composta da soli partiti di centrodestra, ma la Falletta è renziana di ferro, ha l’incarico regionale di responsabile organizzazione del partito in Sicilia.
Il discorso inverso vale anche per Fratelli d’Italia pronti a consegnare poltrone evidentemente anche a chi non è del centrodestra. L’assessore Scarpinato si era giustificato puntando sulla competenza della La Colla, mai messa in dubbio da alcuno, ma sdoganare il pericoloso e scellerato concetto che si possono avere tessere di partito, per poi finire a gestire posizioni nell’altra metà del campo, equivale a banalizzare la politica stessa.
I meloniani non hanno digerito benissimo l’incarico, questione che ha fatto il giro delle chat e anche dei vari dirigenti.
Dalla parte di Italia Viva non sono nelle condizioni di potere rinfacciare alla La Colla alcunché, il precedente Falletta ha aperto il varco.
Faraone dice di avere appreso dalla stampa la nomina della sua dirigente, quindi continuerà a fare la sua opposizione, dura, non pura, e giammai credibile.