Il fiume Delia scorre impetuoso, alimentato non solo dalle sorgenti naturali tra i monti San Giuseppe, Monte Calemici e Monte di Pietralunga, ma anche dalle acque che la Diga Trinità dovrebbe trattenere e gli agricoltori del territorio assistono impotenti a uno spreco inaccettabile. La grande quantità d'acqua che si riversa fino al Mar Mediterraneo rappresenta una ferita aperta per il settore agricolo, che vede sfumare una risorsa fondamentale per le colture.
Promesse disattese, finanziamenti mai trasformati in progetti concreti e l'incapacità di affrontare il problema hanno portato a una situazione paradossale: la diga, costruita per raccogliere e conservare l'acqua destinata all'irrigazione, resta inutilizzata. Da anni si susseguono chiacchiere, polemiche e buone intenzioni, ma nessuna soluzione concreta. Ora il presidente Schifani ha deciso di prendere in mano la situazione, assegnando il compito alla Protezione Civile, guidata da Salvo Cocina.
Gli agricoltori, intanto, tra sconforto e rabbia, non intendono più restare in silenzio. C'è chi pensa ad una manifestazione sul posto per portare all'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica il problema della Diga Trinità. La richiesta è chiara: che l'infrastruttura venga finalmente resa operativa per lo scopo per cui è stata costruita. Il territorio non può più permettersi di perdere un bene così prezioso mentre si lotta contro la siccità e la crisi agricola.