Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
14/02/2025 07:00:00

Fimmg Trapani contro la riforma: "No ai medici di famiglia dipendenti"

La FIMMG Trapani, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, per voce del suo segretario provinciale, Dott. Angelo Casano, ha indirizzato una lettera aperta ai sindaci e agli amministratori della provincia di Trapani per esprimere preoccupazione sulla proposta di riforma della medicina generale. Tale riforma prevede il passaggio dei medici di assistenza primaria da convenzionati a dipendenti, misura ritenuta necessaria in alcuni ambienti per il funzionamento delle Case di Comunità.

"Le Case di Comunità - dichiara il Dott. Casano - che ben presto saranno attive su tutto il territorio nazionale, non riescono, per ovvie ragioni, ad essere luoghi di prossimità delle cure, come i nostri ambulatori di quartiere o i presidi di Continuità Assistenziale (ex guardia medica). Vanno integrate con i nostri ambulatori".

L'eventuale passaggio alla dipendenza dei medici di famiglia, secondo la FIMMG, indebolirebbe l'assistenza territoriale, minando il rapporto di fiducia tra paziente e medico di famiglia e riducendo la capillarità del servizio.

"Siamo ben consci - prosegue Casano - che anche la medicina generale dovrà giocare la sua parte nell'attuazione del DM77 e nel rendere funzionali le Case di Comunità. Pertanto, già nel nostro accordo collettivo nazionale e nel prossimo che verrà, abbiamo elaborato una serie di proposte che prevedono il coinvolgimento del medico di famiglia in tali strutture in relazione funzionale alle stesse, salvaguardando al contempo i principi di prossimità, fiduciarietà, capillarità e domiciliarità che da sempre ci appartengono".

La lettera si conclude con un forte appello ai decisori politici: "Chi oggi, a torto o a ragione, sostiene la dipendenza dei medici di famiglia, non considera il reale e concreto rischio di distruggere un pilastro fondamentale della sanità nazionale. Ciò significherebbe negare ai cittadini il diritto di scegliere il proprio medico di famiglia e porterebbe alla chiusura degli ambulatori di prossimità".