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16/02/2025 06:00:00

Sanità, il nuovo piano per gestire le liste d'attesa. Ecco cosa prevede

 E’ pronto il nuovo Piano nazionale di gestione delle liste d'attesa 2025-2027, il documento è stato elaborato dal Ministero della Salute e già trasmesso alle Regioni, per essere approvato si passerà alla Conferenza Stato-Regioni.


Il Piano punta a migliorare l’accesso ai servizi sanitari per i cittadini ed è strettamente collegato al Dl Liste d’attesa, obiettivo è ridurre i tempi di attesa per visite specialistiche e ricoveri programmati.


Una delle principali novità riguarda la creazione di un sistema di monitoraggio: i cittadini potranno consultare informazioni aggiornate su tempi medi di attesa per visite specialistiche e interventi; disponibilità delle strutture sanitarie per determinate prestazioni; diritti e doveri in caso di sforamento dei tempi previsti. Queste informazioni saranno accessibili tramite i siti web delle Regioni e delle Aziende Sanitarie.

Via libera al RAO
Il RAO è il metodo dei Raggruppamenti di Attesa Omogenea, si compone di un documento di indicazioni cliniche redatto con il coinvolgimento di rappresentati di società medico scientifiche, di istituzioni centrali, di rappresentanti di tutte le Regioni e di rappresentanti dei cittadini.
La piattaforma nazionale delle liste d’attesa è finalizzata a realizzare l’interoperabilità con le piattaforme delle liste di attesa relative a ciascuna Regione. Si tratta di uno strumento di governo delle liste di attesa coerente con l’obiettivo “Potenziamento del Portale della Trasparenza” previsto dal Pnrr. Si punterà a monitorare a livello nazionale: la disponibilità per le agende sia per il sistema pubblico che per il privato accreditato; avere un set di indicatori relativi ai tempi di attesa in relazione alle classi di priorità; ma anche verificare l’applicazione delle linee guida e delle buone pratiche clinico-assistenziali, della appropriatezza prescrittiva e del rispetto criteri RAO.

Cosa succede
Nel caso in cui la prestazione di primo accesso non sia garantita al cittadino nei tempi massimi di attesa, secondo la classe di priorità indicata, l’Azienda sanitaria di appartenenza attiva un percorso di presa in carico per soddisfare la richiesta. Per il cittadino è esigibile il diritto di avere la prestazione nei tempi massimi e l’Azienda sanitaria di appartenenza del paziente è tenuta a garantire tale diritto attivando i percorsi di tutela. I percorsi di tutela rappresentano una modalità per accedere ad una quota di offerta di prestazioni straordinaria che viene attivata solo a fronte di criticità. Le direzioni generali aziendali hanno la possibilità di acquistare delle prestazioni dal professionista erogate in regime libero professionale, in questo caso il servizio sanitario nazionale può sostenere esclusivamente il costo corrispondente al costo della tariffa nazionale vigente per la prestazione interessata. In tutti i casi è da escludersi tassativamente il rimborso a posteriori (ossia a prestazione già eseguita), di somme relative all’erogazione di prestazioni in Libera Professione o presso strutture private.

Percorsi di tutela per i pazienti e previste
L’avvio dei vari percorsi di tutela viene organizzato tramite l’istituzione di preliste che consentono la registrazione della richiesta per valutarla, fornendo successivamente l’appuntamento. L’inserimento in prelista prevede l’accettazione da parte del cittadino, un sistema questo che semplifica l’accessibilità per i cittadini, che saranno contattati direttamente e non dovranno ripetutamente ricorrere al CUP.
È obbligatorio, infatti, registrare la richiesta al momento del primo contatto e provvedere a richiamare il cittadino entro e non oltre un periodo di tempo definito che corrisponde a massimo 5 giorni per le priorità B, cioè breve, quindi con un massimo 10 giorni e per le visite di tipo D (differibile) fino a 15 giorni e per le diagnostiche di tipo D, e massimo 20 giorni per le priorità P (programmata) per la proposta di appuntamento.
Niente preliste per le classi di priorità U (urgente), da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore. È tassativamente vietato introdurre deroghe a tali tempistiche che possano nuocere il diritto del cittadino di ricevere la prestazione entro i tempi massimi previsti dalla classe di priorità. Se l’utente non ha intenzione di presentarsi all’appuntamento fissato deve disdire la prenotazione in tempo utile, almeno due giorni lavorativi prima dell’erogazione della prestazione, al fine di permettere all’Azienda di recuperare il posto e renderlo disponibile. Sono comprese in tale regola le prestazioni specialistiche, urgenti differibili, di primo accesso e programmate, prenotate dal cittadino attraverso qualunque punto CUP o prenotate direttamente dal prescrittore/struttura. Non sono oggetto di sanzione le prestazioni urgenti 24h e tutte quelle prestazioni per le quali intercorrono al massimo due giorni lavorativi tra la data di prenotazione e l’appuntamento. Nel caso in cui l’utente non si presenti nel giorno previsto senza giustificata disdetta, salvi i casi di forza maggiore e impossibilità sopravvenuta, è tenuto al pagamento all'erogatore pubblico o privato accreditato della quota ordinaria di partecipazione al costo, per la prestazione prenotata e non usufruita.

Il ruolo delle Farmacie
In relazione al Piano nazionale per la gestione delle liste di attesa anche le farmacie sono chiamate a svolgere un ruolo importante sul territorio, dovranno monitorare il Fascicolo Sanitario Elettronico e il Dossier Farmaceutico ma pure procedere all’ esecuzione di prestazioni analitiche di primo e secondo livello, nonché di prestazioni di telemedicina (con particolare riguardo a ECG, holter pressorio, holter cardiaco) mediante l’utilizzo di strumentazione proprietaria, e in collegamento funzionale con centri di cardiologia; servizio CUP per la prenotazione di prestazioni specialistiche ambulatoriali con le strutture Ssn, per il pagamento ticket e per il ritiro referti.
Le farmacie contribuiscono alla promozione della salute pubblica e alla sostenibilità del sistema sanitario, il consiglio comunale di Marsala, invece, ha preferito approvare un piano farmacie sottraendone una alla collettività e prevedendone solo 24 e non più 25.