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18/02/2025 06:00:00

Favignana, la sfiducia al Sindaco Forgione e le polemiche

Continua ancora a fare discutere la mozione di sfiducia approvata in consiglio comunale, a Favignana, contro il Sindaco Francesco Forgione, atto che ha comportato la sua decadenza. 

Favignana è dunque ufficialmente senza sindaco. Il Consiglio comunale ha approvato la mozione di sfiducia nei confronti di Francesco Forgione, eletto nel 2020, decretando così la decadenza della Giunta e dell’intero Consiglio. La decisione, arrivata al termine di una seduta durata oltre tre ore, è stata presa con otto voti favorevoli da parte di altrettanti consiglieri che da tempo contestavano l’operato dell’amministrazione. La bocciatura dell’ex primo cittadino è stata motivata con gravi inefficienze nella gestione amministrativa e nella conduzione della macchina comunale.

Le accuse e il voto
I firmatari della mozione hanno contestato a Forgione una gestione inefficace delle risorse pubbliche, la mancata attenzione alle esigenze della comunità locale e la difficoltà nel garantire un confronto costante con i consiglieri e le istituzioni. Secondo loro, l’assenza di risposte adeguate ha determinato una crisi amministrativa insanabile, spingendoli così a chiedere con fermezza un cambio alla guida dell’arcipelago delle Egadi. La votazione ha visto compatta la maggioranza dei consiglieri firmatari della mozione, mentre quattro consiglieri, al momento del voto, hanno abbandonato l’aula.

Adesso si attende l’arrivo di un commissario straordinario nominato dalla Regione, che guiderà il Comune fino alle prossime elezioni.

Il discorso di addio di Forgione

Con un lungo intervento in Consiglio Comunale, Francesco Forgione ha chiuso la sua esperienza da sindaco di Favignana dopo l'approvazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. Nel suo discorso, Forgione ha tracciato un bilancio della sua amministrazione, rivendicando i risultati ottenuti e attaccando duramente chi lo ha sfiduciato.

Un bilancio dell’amministrazione

Forgione ha ripercorso i quasi cinque anni del suo mandato, sottolineando le difficoltà incontrate, dal contesto critico in cui si trovava il Comune al momento del suo insediamento fino alla gestione della pandemia e alle problematiche legate al personale amministrativo. Ha rivendicato l’aver amministrato con trasparenza e rigore, senza che il suo operato fosse mai oggetto di contestazioni di carattere etico o morale.

Ha parlato di un Comune trovato in uno stato di immobilismo progettuale e con un pesante contenzioso legale, che la sua amministrazione ha cercato di sanare. Ha evidenziato la gestione oculata delle finanze comunali, con il risanamento dei conti e l’assenza di aumenti di tasse per i residenti.

Le opere e i progetti

L’ex sindaco ha rivendicato il lavoro svolto nel settore dei trasporti, con la riorganizzazione del servizio pubblico e l’introduzione di autobus elettrici gratuiti per i cittadini. Ha citato gli interventi sulla scuola, con lavori di efficientamento energetico e di sicurezza, pur ammettendo ritardi e difficoltà nella gestione dei lavori pubblici.

Importante anche il focus sul turismo e sulla valorizzazione del patrimonio culturale: Forgione ha ricordato la completa musealizzazione di Palazzo Florio e dell’ex Stabilimento Florio, con un notevole aumento degli incassi rispetto al passato. Ha parlato del lavoro fatto per il Castello di Punta Troia a Marettimo e per il nuovo spazio espositivo a Levanzo.

Nel settore ambientale e delle infrastrutture, ha elencato i progetti del PNRR già finanziati, tra cui il miglioramento della rete idrica, la realizzazione di impianti di compostaggio e il potenziamento della depurazione sulle isole.

L’attacco ai consiglieri sfiducianti

Forgione non ha risparmiato critiche ai consiglieri che hanno firmato la mozione di sfiducia, accusandoli di trasformismo e di aver agito per interessi politici piuttosto che per il bene della comunità. Ha parlato di un clima di odio mediatico e sociale costruito contro di lui e ha sottolineato come il Consiglio Comunale abbia bloccato regolamenti fondamentali per la gestione del turismo e del suolo pubblico, lasciando la stagione estiva senza nuove regole.

Ha criticato duramente il consigliere Pietro Giangrasso per aver chiesto la sfiducia sulla base di una relazione della Corte dei Conti che, invece, certificava la tenuta finanziaria dell'ente.

Il messaggio finale

Forgione ha concluso il suo intervento con parole di ringraziamento alla popolazione e ai suoi collaboratori, affermando di aver operato con disinteresse personale, rigore morale e passione civile. "Da domani continuerò ad amare queste isole come le ho amate prima di esserne il sindaco", ha detto, lasciando intendere che il suo impegno per Favignana non si ferma qui.

La mafia

Come abbiamo raccontato ieri su Tp24, c'è anche un surreale episodio, accaduto durante la seduta che ha portato alla sfiducia del sindaco Francesco Forgione.

Forgione ha tracciato un bilancio del suo mandato e ha ricordato le difficoltà amministrative affrontate, ma anche il suo impegno per la trasparenza e la lotta alla criminalità organizzata. Ha sottolineato come in passato Favignana sia stata al centro di inchieste giudiziarie e come l’influenza di Cosa nostra abbia condizionato l’economia e la politica dell’arcipelago.

Ma è stato proprio quando ha citato il senatore Antonio D'Alì, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, che gli animi si sono surriscaldati. "Dite che con la mia cacciata si chiude una pagina nera del Comune di Favignana. Ma dimenticate quali sono stati i veri momenti bui: quando avete tentato di eleggere a sindaco un uomo oggi in carcere, quando altri sindaci sono stati rimossi per illeciti amministrativi", ha detto Forgione, scatenando la reazione indignata dei consiglieri.

Consiglieri furiosi: "Non può parlare di mafia"

A quel punto, il brusio in aula si è trasformato in un boato di proteste. Alcuni consiglieri hanno tentato di zittire il sindaco, urlando: "Sindaco, vada a casa!". Il motivo? Secondo i consiglieri, il tema della mafia non era all'ordine del giorno e Forgione doveva attenersi esclusivamente agli argomenti contenuti nella mozione di sfiducia. "Ogni intervento deve richiamare gli argomenti in discussione", hanno ribadito, richiamandosi persino al regolamento comunale.

Ironico il commento di Forgione: "Volete un giurì d'onore per dirmi di cosa posso parlare?". Ma il clima si è fatto ancora più teso quando il sindaco ha puntato il dito contro i suoi oppositori: "Non avete mai fatto una denuncia sulla mafia. Mai una parola su questi temi. Il silenzio è sempre stata la vostra unica posizione".

L’intervento di Forgione e il silenzio della politica

Nonostante l’ostruzionismo, Forgione ha proseguito il suo intervento, ricordando che solo pochi mesi fa una importante inchiesta ha rivelato legami tra interessi mafiosi, corruzione e i vertici della principale azienda dell’isola, la SEA, ma nessun consigliere ha preso posizione: "Muta la presidente, muti i consiglieri, tutti uniti in una sorta di tacita omertà".

Poi, l’affondo finale: "Proprio ora, con i milioni che arrivano in queste isole anche grazie al nostro lavoro, è il momento di parlare e vigilare, per proteggere la nostra comunità da ogni forma di condizionamento e inquinamento della vita pubblica e dell’economia".

 

A onor del vero, prima dell’arrivo di Forgione, non tutti hanno taciuto. Ci sono stati amministratori e consiglieri che hanno denunciato, anche in solitudine, le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e politico di Favignana. Tra questi, un nome merita di essere ricordato: Michele Rallo.

Michele Rallo e le denunce sulle infiltrazioni mafiose a Favignana

L'ex consigliere comunale Michele Rallo, già più di dieci anni fa, intervenne in aula per denunciare le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici. Un intervento coraggioso, rimasto a lungo isolato, ma che nel tempo ha trovato drammatiche conferme. "Denunciai le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici – ricorda oggi Rallo – denunce che andarono a scoprire il filone favignanese dell’operazione Scrigno".

Un’inchiesta, quella dell’operazione Scrigno, che fece emergere gravi intrecci tra mafia, politica e imprenditoria in provincia di Trapani, con ramificazioni anche nelle isole Egadi. Le dichiarazioni di Rallo, che all’epoca sembravano cadere nel vuoto, trovarono un riscontro nelle indagini giudiziarie, dimostrando quanto fosse concreto il rischio di infiltrazioni nel sistema degli appalti pubblici.

Se da un lato è vero che la lotta alla mafia a Favignana non ha sempre trovato spazio nelle istituzioni, è altrettanto vero che non tutti hanno taciuto. C’è chi, come Michele Rallo, ha scelto di parlare, di denunciare e di esporsi, pagando in alcuni casi l’isolamento politico.