Il prossimo 2 aprile segna il 40° anniversario della strage di Pizzolungo, uno degli episodi più drammatici della lotta alla mafia in Sicilia. Per onorare le vittime innocenti, il Comune di Erice, l’associazione Libera e una rete di partner istituzionali e culturali hanno organizzato una serie di iniziative nel segno del “Non ti scordar di me”, tra cui un evento sportivo in programma domenica 30 marzo al Circolo del Tennis di Trapani. Protagonista dell’appello è Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella dei gemellini Salvatore e Giuseppe, uccisi nell’attentato del 1985: «Torniamo a giocare insieme a loro».
La strage e il ricordo
Era il 2 aprile 1985 quando Cosa Nostra piazzò un’autobomba sulla strada di Pizzolungo, nel trapanese, per colpire il magistrato Carlo Palermo, all’epoca sostituto procuratore della Repubblica impegnato in indagini sulla corruzione e sui traffici mafiosi. Nell’esplosione, però, a perdere la vita non furono il giudice e la scorta, protetti dalla blindatura dell’auto, ma Barbara Rizzo e i suoi due figli di sei anni, Salvatore e Giuseppe Asta. La donna, in viaggio verso la scuola dei bambini, si trovò inconsapevolmente a fare da scudo al corteo del magistrato.
L’evento del 30 marzo. L'appello di Margherita Asta
Per tenere viva la memoria delle vittime e trasformare il dolore in impegno civile, domenica 30 marzo si terrà l’iniziativa “Dove eravamo rimasti… giocando con Giuseppe e Salvatore”: un torneo di padel e calcetto aperto a tutti, con partecipazione gratuita. Margherita Asta, da anni attivista con Libera, rivolge un appello commosso: «Invito gli amici di scuola dei miei fratelli, i compagni di giochi di allora e chiunque voglia unirsi a noi. A 40 anni da quella giornata, ritroviamoci per riabbracciarli idealmente attraverso lo sport che amavano».
Le adesioni possono essere comunicate entro il 15 marzo 2025, con l’obiettivo di coinvolgere la comunità in un momento di condivisione e resistenza simbolica alla violenza mafiosa.
Un programma corale
L’evento sportivo è solo una delle tappe del ricco calendario promosso da Libera, dai Comuni di Erice, Trapani e Castellammare del Golfo, e da realtà come Articolo 21, Federazione Nazionale della Stampa, Ordine dei Giornalisti, ANM e Libera Informazione. «Ricordare Barbara, Salvatore e Giuseppe significa ribadire che la mafia non è invincibile. La loro innocenza ci sprona a non abbassare la guardia», ha sottolineato Margherita.
Quarant’anni dopo, la strage di Pizzolungo non è un freddo episodio di cronaca, ma una ferita aperta che chiede giustizia e impegno collettivo. Come scriveva Peppino Impastato, “se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione”. E il gioco, quello pulito dei bambini, è forse la più potente delle armi.