A cinque anni esatti dall’emergenza Covid-19 torna si torna a parlare di piano pandemico, il precedente è scaduto già nel 2023, è stato redatto il nuovo, inviato già in Conferenza Stato-Regioni per il parere e la successiva approvazione.
Cosa contiene
Il nuovo Piano Pandemico prevede non solo i vaccini come unico strumento di contrasto ai patogeni; sì alle restrizioni alla libertà personale solo nel caso di una "pandemia di carattere eccezionale", ma senza il ricorso ai Dpcm; no a forme di discriminazioni e stigma sociale. E’ questa l’impalcatura del nuovo piano pandemico nazionale 2025-2029.
Il principio base prevede che per contrastare un evento pandemico vanno individuati protocolli di cura efficaci e si specifica che il Piano “adotta l'approccio proposto dall'Oms”. Si legge: “I vaccini non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni ma vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili. Risulta assolutamente centrale la sensibilizzazione delle persone attraverso una comunicazione semplice ed efficace dei benefici e dei rischi correlati. In nessun modo la campagna di informazione dovrà utilizzare toni drammatici, generare discriminazioni e stigma sociale”.
Le eccezionali misure
In caso di pandemia di carattere eccezionale si può presentare la necessità e l’urgenza di adottare misure relative ad ogni settore e un necessario coordinamento centrale, valutando lo strumento normativo migliore e dando priorità ai provvedimenti parlamentari. E’ escluso l'utilizzo di atti amministrativi per l'adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali. Solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali possono essere previste misure temporanee, straordinarie ed eccezionali in tal senso. Nella bozza c’è una chiara posizione assunta: sulla scia delle polemiche riguardanti la gestione dell'emergenza da parte del Governo Conte, si prende le distanze da misure restrittive della libertà adottate per mezzo di Dpcm. Lo strumento individuato sono, oltre alle leggi, i Decreti legislativi ed i Decreti legge, che dovrebbero permettere di contemperare l'esigenza di una risposta rapida con l'adozione da parte di Governo e Parlamento di norme di rango primario. Gli interventi sono, inoltre, motivati da una condizione di necessità. Per tale motivo, ogni intervento è guidato anche dai principi di precauzione, responsabilità, proporzionalità e ragionevolezza. Il conflitto che potrebbe eventualmente insorgere tra la sfera privata e quella collettiva rende necessario operare in ottemperanza al principio di trasparenza. Le informazioni saranno divulgate dalle istituzioni preposte, tanto al personale medico-sanitario quanto ai non addetti ai lavori, in maniera tempestiva e puntuale, attraverso piani comunicativi pubblici e redatti in un linguaggio semplice e chiaro. Ogni persona deve essere informata sulla base di evidenze scientifiche in merito alle misure adottate, in modo da poter comprendere il significato e il valore delle azioni che ciascuno può compiere per la promozione della propria salute e di quella collettiva. È necessario informare debitamente la popolazione in modo che sia pienamente consapevole delle misure di sanità pubblica e degli atti medici individuali per cui è previsto per legge un consenso informato. Sempre nel testo si legge: “Si specifica che “interrompere le catene di trasmissione di un agente patogeno respiratorio che si sta diffondendo nella comunità può essere complicato. Per questo, in caso di reale e grave rischio per la salute pubblica, sarà necessario disporre di misure combinate che includano test, isolamento dei casi, tracciamento dei contatti e la messa in quarantena degli individui esposti. Le misure dovranno essere periodicamente aggiustate in base alle circostanze locali e alle caratteristiche epidemiologiche e cliniche dell’infezione e ad altri fattori come l’immunità della popolazione, la capacità dei servizi sanitari e la disponibilità di contromisure mediche efficaci come i vaccini e le terapie”.
Finanziamento
Per quanto riguarda il finanziamento del Piano pandemico, si ricorda che la legge di Bilancio 2025 “ha autorizzato, per l'attuazione delle misure del piano pandemico nazionale per il periodo 2025-2029, la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2025, di 150 milioni di euro per l'anno 2026 e di 300 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2027”.
I farmaci
Nel testo si parla naturalmente anche di vaccini e farmaci da utilizzare in caso di pandemia. Si specifica che “i vaccini da utilizzare in una possibile futura pandemia comprendono sia vaccini influenzali pandemici che i vaccini per l’influenza zoonotica” e si spiegano le modalità di sviluppo e autorizzazione all’immissione in commercio previste per i vaccini influenzali pandemici e per i vaccini zoonotici.
Servizi essenziali e programmazione
Nel Piano si parla anche di mantenimento dei servizi essenziali individuali e di popolazione: “una delle esperienze maturate nel corso della pandemia Covid, determinata dalle stringenti misure di contenimento messe in atto è stata la brusca riduzione dell’erogazione di molte prestazioni sanitarie a carattere programmato. Allo scopo di evitare il riprodursi di tali impatti in casi di future pandemie, nei piani pandemici regionali, nella sezione dedicata alla ‘Predisposizione di piani di aumento della capacità e della continuità operativa dei servizi: definizione di procedure per la rimodulazione delle attività sanitarie di elezione’, si dovranno prevedere modalità organizzative che consentano di garantire nella fase emergenziale anche l’erogazione delle prestazioni programmate, sia individuali che di popolazione (screening e chirurgia oncologica in primis), ed il monitoraggio e governo delle liste di attesa”.
Questo perché “a livello di programmazione sanitaria, quando un patogeno a potenziale pandemico è identificato nell’uomo sul territorio nazionale è necessario assicurare che nel momento in cui si verificherà l’incremento della domanda di servizi sanitari (diagnosi, assistenza e terapia), sia territoriali che ospedalieri, il sistema sia in grado di rispondere velocemente e in modo appropriato: le strutture devono essere pronte sia dal punto di vista organizzativo che strutturale, il personale sanitario deve essere in grado di operare in consapevolezza e sicurezza”.
Prevenzione
Gli interventi di prevenzione e controllo delle malattie in ambito sanitario sono importanti in qualunque contesto sanitario, incluso quello di una pandemia, soprattutto nelle prime fasi, quando le misure di prevenzione non farmacologiche potrebbero non essere ancora disponibili. I piani di prevenzione e controllo devono prevedere la definizione e attuazione di idonee procedure di lavoro, assicurando la disponibilità di DPI, la formazione dei lavoratori e l’educazione dei pazienti e dei visitatori.