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26/09/2009 14:59:04

Arrestato il killer di Rosario Livatino

L’uomo è considerato un esponente di spicco della “Stidda” agrigentina.
L’uomo, già sottoposto al regime degli arresti ospedalieri al Reparto di Chirurgia oncologica del Policlinico univerisitario di Messina, ha ricevuto un ordine di carcerazione della Procura di Caltanissetta perché deve scontare la pena dell’ergastolo per l’omicidio Livatino.

Venne ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa Nostra. Del delitto fu testimone oculare Pietro Nava, sulla base delle cui dichiarazioni furono individuati gli esecutori dell'omicidio.

Nella sua attività si era occupato di quella che sarebbe esplosa come la Tangentopoli Siciliana ed aveva messo a segno numerosi colpi nei confronti della mafia, attraverso lo strumento della confisca dei beni.

Non molti giorni dopo la scoperta di legami mafia-massoneria, l'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga lo definì Il giudice ragazzino, e dopo la morte del magistrato l'Espresso ne sviscerò molti retroscena.

Dal 1993 il vescovo di Agrigento ha incaricato Ida Abate, che del giudice fu insegnante, di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione. Una signora, Elena Valdetara, afferma di essere stata guarita da una grave forma di leucemia, grazie all'intervento del giudice che le sarebbe apparso in sogno, in abiti sacerdotali, spronandola a trovare in sé stessa la forza per superare la malattia.
  Papa Giovanni Paolo II definì Rosario Livatino «martire della giustizia ed indirettamente della fede».

La sua figura è ricordata nel film di Alessandro Di Robilant "Il giudice ragazzino", uscito nel 1994. E invece del 1992 il libro omonimo, scritto da Nando Dalla Chiesa.