A innescare la nuova polemica la richiesta di dimissioni nei confronti dell'assessore al territorio Mario Milone avanzata dal sottosegretario al Cipe, con una successiva presa di posizione di 15 parlamentari del Popolo della liberta' che hanno chiesto inv
ece le dimissioni dal Governo e dal partito dello stesso Micciche'.
Primo atto del botta e risposta le critiche di Milone all'assessore regionale alla Sanita' Massimo Russo. Affermazioni che non sono andate giu' a Micciche': "Siamo arrivati ad un livello di schizofrenia ormai insostenibile. Non e' piu' possibile che ci siano assessori che attacano il Governo di cui fanno parte senza eventualmente dimettersi".
Pronta la replica di 15 parlamentari siciliani del Pdl, tra i quali Antonio D'Ali', Carlo Vizzini, Enrico La Loggia, Giuseppe Marinello e Alessandro Pagano: "Evidentemente Micciche' ha dimenticato le accuse al presidente Berlusconi e al ministro Tremonti sbandierate per mesi da lui e dai suoi sodali sui mezzi di informazione e per le piazze della Sicilia durante l'ultima campagna elettorale europea ed amministrativa. Perche' all'onorevole Micciche' dovrebbe essere concessa ogni anarchia di pensiero, di critica, di posizioni politiche in aperto contrasto con il partito e con il Governo senza che cio' non lo debba indurre a meditare sulla opportunita', quella si' sacrosanta e dovuta, di dimettersi da un Esecutivo nazionale e da un partito nei quali ha piu' volte affermato di non riconoscersi?".
“Il documento dei quindici parlamentari del PDL vicini a Schifani che chiedono le dimissioni a Miccichè da sottosegretario alla presidenza del Consiglio è un atto grave che va contro gli interessi del Pdl siciliano di cui Miccichè ne è stato il suo fondatore e contro il governo Lombardo,in un momento invece che c’è bisogno di una grande coesione per affrontare la grave crisi di tutti i settori dell’economia siciliana.” E’ quanto ha dichiarato l’on.Giulia Adamo che continua:”tale attacco è finalizzato alla conservazione, da parte di alcuni soggetti , dei posti di governo e sottogoverno fino ad oggi ottenuti,come la cronaca di questi ultimi mesi ci ha descritto e che hanno lasciato la Sicilia e i siciliani abbandonati a se stessi e che senza l’estrema difesa di Miccichè dei Fondi Fas l’economia siciliana sarebbe stata privata delle necessarie risorse per la sua sopravvivenza. Ancora una volta - conclude l’Adamo - l’unico torto di Gianfranco Miccichè è di avere a cuore la nostra terra".
'Siamo preoccupati per l'eccessivo livello delle polemiche che coinvolgono il governatore Lombardo e la classe dirigente del Pdl in Sicilia''. Lo affermano i parlamentari nazionali del Popolo della liberta' Carmelo Briguglio, Fabio Granata, Nino Lo Presti e Giuseppe Scalia.
''Al di la' del merito della dichiarazioni dell'assessore Milone -aggiungono- i colleghi che si autodefiniscono lealisti esprimono in ogni occasione posizioni ostili e pregiudizialmente contrarie al governo Lombardo che a parole dicono di sostenere. In realta' lealista e leale e' chi rispetta non solo il voto popolare, ma anche la precisa indicazione del presidente Berlusconi che nel luglio scorso ha dato il via libera a Raffaele Lombardo per il nuovo Governo".
"Sembra grave e fuori luogo -concludono Briguglio, Granata, Lo Presti e Scalia- la richiesta di espulsione di Gianfranco Micciche' che rappresenta un punto di riferimento storico per il centrodestra in Sicilia. Al sottosegretario Micciche' va la nostra affettuosa solidarieta' e stima''.
"Sanno solo fare 'panza e presenza' e sottoscrivere buffonate, per servire i padroni di corte". Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianfranco Micciché, commenta l'iniziativa di "15 signori parlamentari nazionali, cosiddetti 'lealisti'" che hanno "sottoscritto un documento in cui mi chiedono di lasciare il Governo e il Pdl". "Mi permetto di rinfrescare la memoria ai 15 signori parlamentari nazionali, cosiddetti lealisti - scrive Micciché in un lungo e articolato commento sul suo blog - i quali non solo mi hanno rinnegato (rinnegando però sé stessi, visto che promanano tutti dai miei sforzi e dal mio lavoro), ma hanno, forse, dimenticato ciò che ho realizzato per questo partito e per questa terra. Anzi, siccome li considero sani di mente, sono certo che abbiano dimenticato, altrimenti non avrebbero sottoscritto un documento in cui mi chiedono di lasciare il Governo e il Pdl. I signori onorevoli - aggiunge - ricordino che la persona di cui oggi chiedono di lasciare il partito (io) è colui che il partito l'ha fondato, l'ha plasmato, lo ha portato in poco tempo a livelli di consenso inimmaginabili.".
Dopo avere ricostruito la sua esperienza politica in Sicilia Micciché si pone delle domande retoriche sui 15 parlamentari del Pdl lealisti. "E con quale faccia adesso chiedono che io lasci il partito e il governo? Chi sono loro? Quali sono i loro meriti? Che autorevolezza hanno? Cosa hanno realizzato, per sentirsi moralmente e politicamente autorizzati a sottoscrivere questo documento? Niente - scrive Micciché sul suo blog - non hanno realizzato mai un bel niente! Sanno solo fare panza e presenza e sottoscrivere buffonate, per servire i padroni di corte. Ed io, per questo, non li rispetto, né loro, né chi sta sopra di loro. Non li rispetto e non li rispetterò fin quando non riusciranno a produrre non già una qualche realizzazione (sarebbe chiedere troppo!), ma anche solo un'idea di realizzazione".