Carlo Azeglio Ciampi ha espresso a Massimo Giannini 1 i suoi dubbi sull'estate delle bombe, anche alla luce delle nuove indagini sugli attentati. "Chi armò i terroristi? Fu solo la mafia, o dietro Cosa Nostra si mossero anche pezzi deviati dell'apparato statale, anzi dell'anti-Stato annidato dentro e contro lo Stato? E perché, soprattutto, partì questo attacco allo Stato? Tuttora io stesso non so capire... ". Dai nuovi filoni di indagine - come quello sul fallito attentato dell'Addaura nel '91 2 - emergono preoccupanti contiguità fra settori dei servizi segreti e mafia.
"Ciampi - scrivono Cicchitto e Quagliariello - si pone dunque dichiaratamente sulla scia e alla stessa stregua di Walter Veltroni, il quale pretenderebbe, non si sa a che titolo, che l'attuale governo chiarisca e risponda di tutti i misteri della storia d'Italia. La vicenda è ancor più inquietante in quanto assieme a questa inopinata chiamata in causa di Berlusconi, Veltroni e Ciampi dicono cose gravissime per ciò che riguarda i giorni nostri. Ciampi, in sorprendente assonanza con sibilline affermazioni rese da Massimo Ciancimino sugli schermi di Annozero tre puntate fa, arriva a sostenere che 'il clima che si respira oggi, a tratti, sembra pericolosamente rievocare quello del 92-93'. Questa descrizione - continuano - non coincide con i dati oggettivi della situazione. Siamo componenti del Copasir, e nessuno dei direttori degli attuali Servizi ci ha mai detto che ci si trovi di fronte al pericolo di nuovi attentati mafiosi con obiettivi golpisti. Allora delle due l'una: o Ciampi e Veltroni hanno informazioni riservate che nessun altro ha, o essi stanno giocando spregiudicatamente e anche, ci si consenta, irresponsabilmente, un'altra partita. La partita di concorrere a destabilizzare l'attuale equilibrio politico proprio con questo bombardamento mediatico e con questo avventurismo comunicativo che porta ad evocare il rischio di attentati e di tentativi di golpe del passato che verrebbero riproposti ai giorni nostri. La misura - concludono Cicchitto e Quagliariello - è ormai colma".
Anche a loro sembra rispondere l'ex membro del pool di Palermo, Giuseppe Ayala, in un'intervista al Tg3: "Falcone parlo' chiaramente di menti raffinate, di centri occulti di potere, dopo il fallito attentato dell'Addaura. Molto spesso, in quegli anni, abbiamo avuto l'impressione di combattere contro un muro di gomma. La strage di Capaci non è stata solo mafia. Le stragi di quell'estate sono state di certo strumentali a un disegno politico".