E' nell'aria. E con il rimpasto i nuovi assessori, i nuovi dirigenti, ed una Regione Siciliana costretta ancora una volta a fare i conti con la pochezza della propria classe politica e a ricominciare daccapo.
Ma la cosa davvero singolare è che il rimpasto lo chiede il Pd. Il partito di Bersani ieri si è riunito a Cinisi, alla presenza dell'inviato di Bersani, Migliavacca, e ha deciso - alla luce delle indagini che riguardano il concorso esterno in associazione mafiosa per Lombardo - che l'ora del governo tecnico è finita. Bene. Ma non per defilarsi, per passare al governo politico... Cioè, in altre parole, il Pd vuole entrare nella giunta Lombardo a pieno titolo, e chiede un rimpasto dopo le elezioni amministrative. Ecco il testo del comunicato congiunto del segretario regionale Lupo e del rappresentante della direzione nazionale del Pd, Migliavacca: “La valutazione sull’azione di governo di questi mesi ha messo in evidenza luci ed ombre che portano a considerare in via d’esaurimento la fase politica di sostegno al governo tecnico. Ora si tratta di verificare se esistono le condizioni per aprire una nuova prospettiva politica fondata sull’alleanza delle forze progressiste, moderate e autonomiste all’insegna dell’innovazione. Una nuova fase per dare respiro strategico alle potenzialità di questa esperienza”.
Il voto sulla Finanziaria regionale porta strascichi pesanti anche all'interno dell'Udc, dove si è consumata la rottura tra il partito e la capogruppo all'Ars, Giulia Adamo. Lei ha votato contro la Finanziaria, tutti i suoi colleghi invece si. Lei parla di una trappola del Pd verso i suoi colleghi, convinti a votare la Finanziaria, bocciando una delle iniziative che stavano più a cuore ad Adamo, il finanziamento per i porti siciliani:
“Io non ho aderito all’Udc per fare il capogruppo - commenta su Live Sicilia - Sono stata invitata dall’Udc a fare una nuova politica, che consiste nel seguire un programma per le riforme, se il partito si ritira io non ne soffro e resto coerente con le mie scelte”.