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25/06/2011 04:14:15

Oggi a Palermo le "Forchette Rotte". Ma chi sono gli "indignados" siciliani?

AGRODOLCE. Oggi , alle 16 a Villa Filippina, a Palermo ci saranno anche gli attori e la troupe della fiction 'Agrodolce', i musicisti precari dell'orchestra Sinfonica siciliana e tanti artisti palermitani. In occasione dell' happening delle 'Forchette rotte', gli indignados siciliani nati come movimento virtuale il primo giugno, con la consegna ai "potenti" di Sicilia di una forchetta rotta, e dopo due settimane con le t-shirt "non in vendita" consegnate ad alcuni punti vendita di Palermo, Giulia Innocenzi conduttrice di Generazione Zero, la rubrica dei giovani di Anno Zero e da Pif delle Iene daranno il microfono al alcuni di loro per raccontare le loro storie, i loro sogni e la condizione in cui si trovano. ''Le istituzioni - dice Maurizio Rosso, del corpo di ballo del Teatro Massimo - non investono sull'arte, sulla cultura e sui teatri. Occorrerebbe creare un'industria cinematografica e favorire arti e mestieri che valorizzassero le tradizioni siciliane e le tante eccellenze, soprattutto giovani, che ci sono e fanno fatica ad emergere e ad affermarsi''.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del movimento “Muovi Palermo” sul gruppo giovanile di protesta delle “Forchette Rotte”.

* * *

LA POLEMICA. “Questa è una lettera aperta di Muovi Palermo ai cittadini. Una lettera che faremo girare il più possibile perché doverosa nei confronti di un popolo che continua a subire giornalmente, di una città logorata da anni da una politica
ormai quasi del tutto malata, da un’ informazione che non è trasversale, che palesemente non dà a tutti lo stesso spazio. Noi siamo un movimento civico e ci sentiamo pienamente legittimati proprio per questo a dire la nostra su questo “misterioso” movimento che sono le forchette rotte, da qualcuno chiamato (sarà un lapsus?) Forchette rosse. Misterioso perché nulla è dato sapere ai palermitani fino a giorno 25 se non che li hanno definiti gli “Indignados palermitani”.
E allora vogliamo noi svelare qualcosa. Nulla hanno fatto per questa città, ma hanno avuto su certa stampa locale, titoli e articoli che qualunque altro movimento civico si sarebbe sognato. Mossa sbagliata, perché chi vive il mondo associazionistico di questa città, chi sta sul campo, chi si confronta giornalmente con le istituzioni e gli organi di informazione, sa benissimo che se non fai qualcosa di grande, di forte, di richiamo, sui giornali al massimo ti danno lo spazio di dieci-venti righe.
E sempre sulla stampa trovi le dichiarazioni di Davide Faraone, che elogia questi giovani e la nascita di questo nuovo movimento. Basta andare sulla pagina di Facebook di queste Forchette e trovi tra i loro contatti i nomi di tutto lo stato maggiore del Pd e non solo. Ci è stato detto che il nemico sta nel centro destra o che bisogna guardare ai contenuti e non al contenitore. Abbiamo risposto e continuiamo a farlo che il nemico sta ovunque ci sia una politica malsana, destra o sinistra non fa differenza. Dove c’è puzza di bruciato…e rispondiamo che i contenuti, se il contenitore è guasto, vanno a male in un giorno.
Vogliono farci credere che le forchette rotte rappresentino l'indignazione dei giovani verso il potere politico, dimenticando però che è proprio un politico che li sta promuovendo. Errori, errori di comunicazione, di marketing, che hanno svelato cosa ci sta dietro questo pseudo nuovo movimento che altro non è uno specchio per allodole dei soliti politici, di centrosinistra in questo caso, che hanno contribuito allo sfacelo di questa città.
Un movimento civico che nasce dal “basso”, dalla società civile, arrabbiata, disoccupata, precaria, non ha i mezzi e gli strumenti, economici oltretutto, che le forchette rotte a quanto pare, hanno. Un modo di fare il loro, che ha fatto venire il mal di pancia anche ai veri Indignados di Palermo, movimento già esistente che, sulla scia degli indignados spagnoli, “mai e poi mai si riunirebbe in un posto come Villa Filippina per parlare ai cittadini, soprattutto per la prima volta”. Villa Filippina, conosciuta e frequentata dai palermitani soprattutto quelli della cosiddetta “Palermo bene”, dalla borghesia più o meno alta.
Un movimento civico, per parlare alla folla, non ha bisogno di un palco, un mixer, un microfono, si riunisce nelle piazze o meglio ancora, come abbiamo fatto noi e continuiamo a farlo, nelle ville pubbliche come il Giardino Inglese, Villa Giulia, Villa Trabia o come hanno fatto ieri i ragazzi del movimento “Pre-occupati Palermo, lavoratori dello spettacolo”, a piazza Mediterraneo a Ballarò, recuperata e restituita alla città. Un movimento che noi supportiamo con forza e che, per tornare al discorso di un’ informazione non trasversale e non imparziale, non ha avuto alcuno spazio sulla stampa locale…

E’ chiaro chi c’è dietro a questo pseudo movimento rappresentativo di interessi particolari e non generali e pensiamo che questa sia un’offesa, l’ennesima, all’intelligenza dei palermitani. Così come lo è il risalto che si sta dando a un gruppo che non esiste e mai nulla a fatto per Palermo e che a chi, giustamente, chiede notizie, risponde “Se t’interessa, vieni il 25giugno”
A vedere cosa poi? Politici che siederanno nelle ultime file per non dare nell’occhio, quei politici CON IL DOPPIO INCARICO E QUINDI DOPPIO STIPENDIO, che avendo perso consenso, cercano di recuperarlo imbrogliando i palermitani e cercando di apparire come il cambiamento. Ribadiamo che Muovi Palermo avrebbe avuto la stessa reazione di sdegno se le forchette rotte fossero state “azzurre” e quindi di centro destra.
Concordiamo con quanto ha scritto un giornalista pochi giorni fa a proposito delle Forchette “Non capiamo che interesse abbia un pensiero di critica radicale – che si definisce civile e proveniente “dal basso” – alla mescolanza con la cucina dei partiti responsabili, ognuno col suo peso grande o piccolo, dello sfascio di Palermo. O per azione diretta o per incapacità e omissione. Che senso ha inviare messaggi polemici di rivolta sociale non violenta e poi accettare che sul carro salgano personaggi pubblici “vecchi”? Dove sarebbe la trovata originale? Forse l’interesse è dei secondi: la sperimentata e consumata abitudine di prendere al volo ogni occasione possibile, per futuribili campagne elettorale. Come si dice? Forchette rotte e tavola “cunzata”.
Infine, concludiamo con due parole sul logo che hanno scelto. In tutto e per tutto, dalla grafica, ai colori, uguale a quello dello “strappo di Palermo” di Davide Faraone, che come prevedibile non ha avuto seguito… Metteteli accanto, anche un occhio non esperto si rende conto che il lavoro è fatto dalla stessa persona. E di certo sarebbe stato il caso di scegliere qualche simbolo più ecosostenibile…ma tant’è…”