È quanto emerge dal Barometro Politico regionale dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis in un contesto che rende ancora più imprevedibili del solito le dinamiche del consenso nell’Isola. Pesa sul voto la crescente sfiducia dei cittadini nel Parlamento, nei partiti di maggioranza e di opposizione, nelle istituzioni politiche nazionali e regionali, ma soprattutto la percezione di una grave disattenzione della classe politica verso i problemi reali della Sicilia e del Sud in particolare.
“L’incertezza del quadro politico nazionale – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – rende oggi decisive, ancora una volta, le scelte dei siciliani per il futuro politico del Paese, soprattutto in relazione al possibile premio di maggioranza al Senato. La fotografia del voto, scattata da Demopolis agli inizi di un mese di agosto che si preannuncia politicamente caldissimo nei palazzi romani, appare destinata a modificarsi nelle prossime settimane, sulla base dell’evoluzione degli scenari nazionali e regionali”.
Il PDL, alla difficile ricerca di un futuro oltre Berlusconi, si attesta oggi in Sicilia al 27,2%, con circa 730 mila voti: ben lontano da quel traguardo del 46% ottenuto da Alfano nel 2008.
Anche il PD, posizionato al 19%, resta distante, con 510 mila voti, dai risultati delle Politiche 2008: il partito di Bersani – secondo i dati rilevati dall’Istituto Demopolis - non sembra beneficiare nell’Isola del clima post referendario e risente, tra gli elettori, di un’identità ritenuta troppo incerta e frammentata.
L’Italia dei Valori di Orlando e Di Pietro appare in lieve crescita e sfiora il 5%, pagando però una forte debolezza in Sicilia orientale. Sinistra, Ecologia e Libertà ottiene il 3,5%, frutto soprattutto della simpatia di molti elettori per il suo leader e fondatore Nichi Vendola. Si ferma invece all’1,2% la Federazione della Sinistra, mentre conseguono complessivamente il 3% il Movimento Cinque Stelle ed altre liste di Centro Sinistra.
Sul fronte opposto, nel Centro Destra, prosegue il consolidamento territoriale di Forza del Sud, il nuovo partito di Miccichè, Bufardeci e Cimino attestato all’8%; al 3,4% si posiziona il PID di Romano (che supera il dieci per cento a Palermo), mentre sfiora il 2% la Destra che in Sicilia si identifica con Nello Musumeci.
Un ruolo significativo – secondo il Barometro Politico Demopolis – ricopre il Terzo Polo, che ha oggi la sua roccaforte nazionale nell’Isola, il cui peso potrebbe rivelarsi decisivo per la futura governabilità del Senato. L’MpA del presidente della Regione Raffaele Lombardo, con circa 360 mila voti, si attesta al 13,5%. L’UDC di Casini e D’Alia ottiene il 7,8%: un forte consolidamento, nonostante la perdurante debolezza dei consensi nelle città capoluogo di Catania e Palermo. Cresce l’API di Rutelli all’1,7%, mentre si indebolisce ulteriormente, con il 5%, Futuro e Libertà, il partito di Gianfranco Fini sempre più condizionato dal ruolo e dall’esposizione del suo leader e fondatore: qualcuno lo dica a Grillo e Marrocco.