Maria Laura Brignone è stata posta agli arresti domiciliari nella sua casa di Pantelleria, Nadia Brignone è stata raggiunta dal provvedimento cautelare in casa a Palermo dove si trovava. A Pantelleria è stato arrestato nella notte di venerdì Francesco Paolo Loiacono di 35 anni e posta agli arresti domiciliari un’altra donna, Francesca Paola Cardinale di 27 anni.
Le due sorelle di Pantelleria e gli altri due raggiunti nell’isola dai provvedimenti cautelari sono coinvolti in una indagine dei poliziotti della sezione Criminalità straniera e prostituzione della Squadra Mobile, che venerdì notte hanno arrestato 14 persone. Gli investigatori hanno scoperto un'organizzazione che pianificava falsi matrimoni per consentire a immigrati marocchini di regolarizzare la loro posizione in Italia. I provvedimenti di custodia cautelare eseguiti nell'operazione "Dirham" (la valuta del Marocco) sono stati emessi, su richiesta dei Pm Calogero Paci e Daniela Varone, dal Gip Piergiorgio Morosini, che ha contestato a vario titolo le accuse di associazione a delinquere, favoreggiamento e ingresso illegale nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari, in numero superiore a 5 e dietro pagamento di un corrispettivo in danaro. Solo cinque degli arrestati rispondono del reato associativo e per questo sono stati condotti in carcere, mentre agli altri nove sono stati concessi i domiciliari. I fatti oggetto dell'indagine sono stati commessi tra il novembre 2007 e il novembre 2009 non solo a Palermo ma anche in altre citta' italiane e in Marocco. Dopo la denuncia di un marocchino che si era trovato in mano un certificato di nozze non valido, e grazie ad analisi del traffico telefonico, la Squadra Mobile è risalita a cinque palermitani, un uomo e quattro donne, che programmavano le nozze sufficienti a far ottenere un permesso di soggiorno ai mariti marocchini. A capo della banda, appunto il palermitano, che godeva di una rete di complicità e conoscenze, localizzate dai poliziotti anche in Marocco. E' stato stimato che, per ogni matrimonio venivano pagati oltre 10.000 euro. A due delle quattro donne arrestate è stato contestato anche il reato di bigamia, dal momento che hanno contratto, rispettivamente, tre e due matrimoni con marocchini.
Lo spunto investigativo e' venuto da un marocchino che si e' presentato all'ufficio Immigrazione della Questura di Palermo per formalizzare il proprio ricongiungimento familiare con la coniuge palermitana, Rosa Cocuzza, presentando copia di un atto di matrimonio, celebrato in Marocco, tradotto e legalizzato dal Consolato generale d'Italia di Casablanca. Ma il documento e' apparso sospetto, e la polizia ha rapidamente accertato che la stessa Rosa Cucuzza risultava all'anagrafe del Comune di Palermo già coniugata con altri due cittadini marocchini. Un terzo marocchino, poi, nel dicembre 2008, aveva già inoltrato una richiesta per il rilascio della carta di soggiorno, dichiarandosi marito di Rosa Cocuzza. Da successive verifiche è emerso che la Cocuzza non coabitava col marito marocchino, e che i coniugi erano assenti dal domicilio indicato. La Cucuzza aveva poi dichiarato di non essere più' in contatto da tempo con lo sposo marocchino. Nel giugno del 2009, scoperta l'irregolarità' del suo atto di matrimonio, il marocchino si era visto rifiutare il rilascio del titolo di polizia per il soggiorno, e ritenendosi vittima di un raggiro, aveva denunciato la persona che lo aveva coinvolto. L'immigrato aveva ammesso che il suo matrimonio con Rosa Cocuzza era falso e mirato solo a ottenere il permesso di soggiorno in Italia per motivi familiari. Secondo il suo racconto, nell'agosto del 2008, mentre si trovava a Casablanca, attraverso un mediatore suo conoscente aveva appreso dell'imminente arrivo di un'italiana disposta a sposare un marocchino in cambio di 4.000 euro, da consegnare in parte a un accompagnatore della donna, pure lui italiano. Questi si era presentato come Mirko l'indomani al Marocchino e aveva elevato il prezzo delle false nozze a 7.000 euro, inclusi i 500 del suo compenso. Il matrimonio era stato fissato l'agosto 2008 e il giorno stesso del rito, Mirko aveva preteso ulteriori 2000 euro per la "traduzione dell'atto di matrimonio".