Il motivo è il solito: l'Udc chiede un passaggio alla giunta politica, che Lombardo invece non vuole concedere. Assessore di riferimento "tecnico" dell'Udc in Giunta è Andrea Piraino, che ha la delega al lavoro, e che sarebbe in procinto di dimettersi.
Non sono servite, quindi, le rassicurazioni del presidente Lombardo che aveva considerato “comprensibili” le critiche dell’Udc all’esecutivo, ma aveva ricondotto tutto a una questioni dei numeri. Un riequilibrio che avrebbe bilanciato il rapporto deputati-assessori tra le forze che sostengono il governo.
E non sono servite nemmeno le rassicurazioni sul turn over dei dirigenti, con la possibilità di ridistribuire gli incarichi in base al peso nell’esecutivo.
A fare da paciere in questa crisi, che ha del tragicomico, come in tutte le vicende che riguardano questo governo siciliano, è Futuro e Libertà.
"L'Udc ha ritenuto di concludere la propria collaborazione col governo Lombardo ma lo fa con garbo e soprattutto con un serio e costruttivo invito al presidente della Regione e ai partiti che lo sostengono al fine di aprire un fase politica nuova per la nostra regione che, sono certo, vedrà il partito di Casini e D'Alia tornare a partecipare a una compagine guidata dallo stesso Lombardo per affrontare le sfide che la crisi pone a tutti noi, sulla base degli importanti risultati che questo governo - come l'Udc stessa ribadisce- ha raggiunto col contributo leale della stessa Udc, Mpa, Api e Fli''. E' quanto Carmelo Briguglio, coordinatore regionale di Fli in Sicilia, commentando il documento del coordinamento regionale dell'Udc. ''Siamo certi che il presidente Lombardo saprà raccogliere e sviluppare in termini positivi l'iniziativa dell'Udc per dare vita a una seconda fase caratterizzata da una maggiore coesione tra tutte le forze che hanno sostenuto finora l'esecutivo e da politiche di governo all'altezza della transizione epocale che la comunità nazionale e in particolare le famiglie, i giovani e le imprese siciliane stanno affrontando''.
E il Pd che fa? Lo strappo dell'Udc, che ha deciso di uscire dalla maggioranza che sostiene il governo tecnico di Raffaele Lombardo, con le conseguenti dimissioni dell'assessore di riferimento centrista, Andrea Piraino, si intreccia con la partita ancora aperta in vista delle elezioni amministrative che in primavera si svolgeranno in Sicilia. L'impressione che matura nel Palazzo, dopo lo strappo di D'Alia, e' quella di una rottura voluta per avere mani libere, anche in vista delle alleanze da chiudere per l'appuntamento elettorale della primavera prossima. Appuntamento che a questo punto potrebbe vedere ricompattarsi, almeno in alcuni comuni, l'area del vecchio centrodestra, che a livello romano, grazie al governo Monti, ha ripreso a confrontarsi a dialogare. Per Lombardo non sara' facile trovare la quadra. I centristi, infatti, chiedono un nuovo governo politico che il presidente della Regione ha difficolta' a realizzare visti i tentennamenti e le spaccature del principale alleato, il Partito democratico, che ha al suo interno un'anima da sempre contraria all'alleanza politica con il governatore.
"In Sicilia, che dovrebbe essere il luogo piu' rappresentativo, si dissolve il Terzo Polo che anziche' compattarsi si disgrega con le sue contrapposizioni. Il Pd gia' mesi fa aveva considerato esaurita la fase di questo governo regionale non traendone le naturali conseguenze. Mi auguro che quanto accaduto oggi possa servire ad una parte del mio partito a prendere consapevolezza che questo esecutivo regionale non c'e' nei fatti e non viene visto come punto di riferimento dalla gente perche' tutte le iniziative sono finalizzate a sfruttare un blocco di potere". Cosi' il parlamentare nazionale del Pd, Giovanni Burtone, commenta la decisione dell'Udc siciliana di 'togliere' il sostegno al governo rettore dal leader del Mpa Raffaele Lombardo.