I due non le mandano a dire e battibeccano a ruota libera sulla pagina Facebook del primo cittadino trapanese che diventa teatro della spaccatura che il Pdl sta vivendo. Con alle porte la scadenza della sindacatura di Fazio i temi caldi sono quelli dei finanziamenti piovuti sulla città di Trapani, e i movimenti interni al Pdl impantanato ancora a trovare i candidati in provincia.
A chi gli ricorda che lo sviluppo di Trapani è dovuto alla Coppa America del 2005 e a D’Alì, Fazio risponde che non basta la ricerca dei finanziamenti e che “è necessario un impegno quotidiano”. E getta il primo sassolino: “dei soldi della crisi libica non ho alcuna notizia” . Lo show può cominciare con i due che si assumono meriti e comportamenti limpidi sempre agli occhi dei cittadini. “Io da solo ho capovolto come un calzino la Città di Trapani rendendola quella che è un gioiello, ho girato Ministeri e Ministeri per far arrivare i finanziamenti che il Comune di Trapani ha utilizzato per trasformare Trapani in una Città bellissima quale è ora” vuole dire a tutti D’Alì. E Fazio riconosce l’operato del senatore sottolineando però che “se non ci fosse stato "un fesso" che con totale dedizione si occupasse di realizzare le opere, di ricercare i finanziamenti, e di controllare minuto per minuto che fossero eseguiti correttamente ed in modo "trasparente", non credo proprio che il tuo solo impegno avrebbe sortito gli effetti attuali”.
Ma è sulla politica interna al Pdl che i due bisticciano sotto gli occhi di impietriti internauti che alla fine esclameranno “non è un bello spettacolo”.
“Sbagli a dire che il PDL non è democratico attaccando quindi me e Cristaldi quali coordinatori provinciali del PDL ed Angelino Alfano quale Segretario… È assurdo e strano che tu non abbia ancora strappato la tessera di un Partito che disprezzi”, posta D’Alì.
“La chiami democrazia quella di apprendere dai giornali di nomine calate dall'alto non si sa con quali meriti. La chiami democrazia il fatto di avermi detto di preparare una terna e poi insieme avremmo individuato il candidato ideale quando poi te ne sei uscito con un nome scelto in modo autonomo e arbitrario”, risponde Fazio.
E mentre D’Alì accusa il sindaco di Trapani di “cavalcare come fai ora l'antipolitica per raccattare qualche voto non credo sia onesto nei confronti dei Cittadini” chiedendo perdono “se molti Cittadini , il PDL ed io non crediamo nella tua nuova versione tra Primavera di Praga, populismo e Fidel Castro”, Fazio ricorda “le vicende giudiziarie che sono stato costretto a subire, anche in parte a te riferibili, e che ho comunque affrontato con dignità e coerenza” e decide di non accettare lezioni di finta democrazia.
Il bisticcio poi corre soprattutto sulle scelte dei candidati sindaci con i due che discutono delle cosiddette terne di nomi da fare. E come nei più giovanili battibecchi tra i banchi di scuola c’è sempre qualcuno che dice “ha cominciato lui” così a D’Alì tocca difendersi “da chi mi attacca che ci piaccia o no ed oggi ad attarmi ed ad attaccare tanti è Mimmo Fazio”. Il sindaco di Trapani invece preferisce non replicare lasciandosi qualche sassolino nella scarpa: “ritengo di essere una persona corretta e di non replicare facendo uno sforzo incredibile”.
Poi i due chiedono scusa a tutti lasciando ai più sospettosi qualche dubbio sulla spontaneità del confronto.