Ma cosa è successo? Il Pdl in provincia di Trapani è in piena crisi di identità. A Trapani il sindaco Fazio e il senatore D'Alì hanno bisticciato su Facebook su chi ha permesso la rinascita turistica ed economica della città. A Marsala va ancora peggio, anche perchè non c'è nessuno con cui litigare... Ad Alcamo, invece, martedì scorso è apparso un manifesto con la scritta “Liberiamo Alcamo da... Papania - Turano... Mandiamoli a casa!”. C'era anche tanto di firma: Coordinamento Comunale del Pdl.
Dopo poche ore arriva il “fermi tutti” di D'Alì, vice coordinatore provinciale del Pdl. Liquida il manifesto come un'iniziativa “improvvida, intempestiva ed autonoma di alcuni esponenti locali del Pdl Alcamese”. Nell'occasione ribadisce la vicinanza del Pdl all'operato di Turano. Amen.
Dall'altro lato della provincia viene inoltrata la precisazione del coordinatore provinciale, Cristaldi: “Le dichiarazioni del sen. Antonio D’Alì , sono autorevoli ma rimangono considerazioni sue personali”.
C'è nervosismo. Ad Alcamo giustificano il manifesto come l'unica arma per manifestare il dissenso alla decisione di Turano di appoggiare la candidatura del senatore Pd Nino Papania a sindaco della città, miracoli del nuovo assetto provinciale Udc - Pd - Terzo polo. Non è la prima volta che ad Alcamo appare un manifesto del genere, era successo già nel '93: la coalizione di centro sinistra che sosteneva l'ex sindaco Ferrara aveva affisso dei manifesti contro l'amministrazione guidata da Vito Turano, il padre di Mimmo. Il suggerimento era lo stesso: mandiamoli a casa. Nulla di personale, ovviamente. L'attacco a Mimmo Turano è squisitamente politico, non personale. Anche se nel coordinamento del Pdl alcamese ci sono tre ex assessori della giunta provinciale di Turano (Davide Fiore, Franco Regina e Baldassare Lauria) la stima nei suoi confronti – dicono – è rimasta immutata. Il loro obiettivo è colpire, e affondare, D'Alì.
Dove e come? A casa sua, a Trapani, durante il congresso provinciale del Pdl programmato per domenica prossima.
“Mi auguro che il congresso provinciale del Pdl non sia organizzato alla Ben Alì” è il messaggio distensivo di Cristaldi. Non ci vuole troppa malizia per capire che per Ben Alì si vuole intendere proprio D'Alì. “Piccole incomprensioni personali o infinitesimali peccati burocratici – conclude - non possono uccidere i fondamentali che regolano le democrazie di tutto il mondo, anche quella di Trapani”. A cosa si riferisce? Lo statuto del Pdl non permette ai sindaci dei comuni con più di 15.000 abitanti di cumulare la carica con quella di coordinatore provinciale. Cristaldi, in pratica, è fuori dai giochi. Lo spettro dell'incompatibilità sembra prendersi beffa di lui: due mesi fa ha rinunciato alla poltrona di parlamentare a causa dell'incompatibilità con la carica sindaco.
Chi sarà il successore di Cristaldi al vertice del Pdl trapanese? I candidati sono due: Francesco Paolo Lucchese, ex senatore Udc di Alcamo, e Antonio D'Alì. Lucchese, 72 anni, è passato alla storia per i suoi strafalcioni davanti alla telecamere del programma televisivo Le Iene. Alla domanda “Chi è Nelson Mandela?” ha risposto “Mandela è… un presidente che un po’... sudamericano…del Brasile . Ah sì è vero del Sudafrica… è stato un capsus...”.
Per evitare un congresso a senso unico sembra che Cristaldi avesse già tentato una mediazione con D'Alì: il sindaco di Mazara aveva pronta una lista con tutti i 17 nomi del futuro coordimanento ma gli servivano il placet e il peso delle tessere del senatore. L'incontro sarebbe avvenuto prima dei fatti di Alcamo, ma si è risolto con una fumata nera. Lo strappo finale si consumerà domenica prossima e nel braccio di ferro tra D'Alì e Cristaldi, per vincere, non basterà indossare la maglietta di Superman. Conviene portarsi anche il mantello.