I FATTI. Il mandato era stato emesso dalla Procura di Marsala in seguito alle rivelazioni dell’imprenditore alcamese Ernesto Emmolo che aveva raccontato agli investigatori come il sindaco Di Marzo si era intascato una tangente per assumere presso il Comune il figlio Dario. Ingegnere idraulico, Dario Emmolo, era stato prima affidato dapprima al secondo settore, poi dopo un anno, gli era stato creato un apposito settore, l’ottavo che si occupava prevalentemente di problemi di approvvigionamento idrico nell’isola. Per l’assunzione il sindaco aveva chiesto ed ottenuto da Ernesto Emmolo una “tangente” di 10 mila euro e due gioielli (gli Emmolo ad Alcamo hanno una avviata gioielleria), una collana di foggia veneziana ed un ciondolo di rose “Coronè” del valore commerciale di 800 euro. Per alcuni atti che avevano portato a debito fuori bilancio, il sindaco Di Marzo si era visto costretto a licenziare l’ingegnere Dario Emmolo, con il pretesto che era andato in ferie in agosto senza comunicarlo. Il sindaco, allora, si offrì di restituire la “tangente”, ma Ernesto Emmolo raccontò tutto ai giudici della Procura di Marsala ed ai carabinieri del nucleo investigativo di Trapani. Munito dagli investigatori di un registratore ritornò nell’isola e documentò la restituzione di 9 mila dei 10 mila euro avuti in precedenza. I soldi furono da Emmolo consegnati ai carabinieri.
IL SINDACO SI E' DIMESSO. Il sindaco di Pantelleria Alberto Di Marzo si è dimesso. In realtà le sue dimissioni non sono valide. L’Assessorato Regionale alle Autonomie locali ha fatto sapere alla segreteria del Comune di Pantelleria che le dimissioni presentate dal sindaco non erano valide perché inviate a mezzo di un familiare e prive di firma autenticata. La segreteria del Comune ha chiesto al sindaco, che si trova agli arresti domiciliari, se era disposto a ripresentare le dimissioni autenticate. Ottenuto il suo assenso, ha scritto alla Procura della Repubblica di Marsala, titolare dell’inchiesta, per avere il permesso di inviare a casa del sindaco un funzionario che autentichi la sua firma posta in calce alle dimissioni.
Chiede scusa a tutti il sindaco Di Marzo nella comunicazione di presentazione delle dimissioni. Ringrazia il Consiglio comunale e la Giunta per la fattiva collaborazione che gli hanno dato in questi due anni di sua amministrazione. Motiva le sue dimissioni con la necessità di consentire un più normale svolgimento dell'attività amministrativa e di valutare più serenamente le scelte che riterrà più giuste per il prosieguo della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto..
Ora sarà nominato un commissario al posto di sindaco e giunta, mentre si aspetta le decisioni del consiglio comunale che potrebbe pure rimanere in carica. Le dimissioni erano state sollecitate anche da anonimi cittadini che sotto il palazzo comunale avevano esposto un grande striscione con su scritto: RESPONSABILITA’.
L'INCHIESTA CONTINUA. Sono stai ascoltati come persone informate dei fatti dagli inquirenti tre funzionari del Comune di Pantelelria, il geometra Salvatore Gambino, responsabile del secondo settore, la vicesegretaria Silvana Rotondo e Salvatore Belvisi, responsabile dei quarto settore. "Prendiamo atto delle dimissioni del Sindaco di Pantelleria - ha dichiarato il capogruppo di Progetto Pantelleria Giuseppe La Francesca -, considerandole un atto dovuto nell'interesse dell'isola e della sua cittadinanza".
Alberto di Marzo si è avvalso della facoltà di non rispondere, nel primo interrogatorio alla presenza del suo legale, avvocato Salvatore Alagna. Davanti ai giudici della Procura di Marsala, pertanto, è stato di soli pochi minuti.